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La politica italiana è stanca della Nato e delle fughe in avanti sull'Ucraina: che succede, si spacca il fronte

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L’ultimo intervento della Nato sull’Ucraina, frenando sull’ipotesi paventata da Volodymyr Zelensky di concedere la Crimea alla Russia, non ha fatto assolutamente piacere a diversi esponenti della politica italiana, che attacca l’Alleanza atlantica, mettendo in crisi il premier Mario Draghi a poche ore dalla partenza verso gli Stati Uniti per incontrare Joe Biden. In primis è Carlo Calenda, segretario di Azione, ad affrontare il tema durante la puntata di Mezz’ora in più su Rai3: “Draghi e Emmanuel Macron sono gli unici leader che possono impedire agli Stati Uniti e alla Nato di fare fughe in avanti. L’Europa deve avere una politica estera autonoma, l’Ucraina è un pezzo dell’Europa. Da qui nasce o non nasce l’Europa, che deve avere una politica estera che non sia soggetta né alla politica di Putin, né a quella dell’America”.

 

 

“È necessario più impegno politico per uscire dal tunnel della guerra in Ucraina. Non sta alla Nato stabilire le condizioni negoziali. Nessuna ingerenza: solo gli ucraini possono decidere il destino del loro Paese”, la presa di posizione su Twitter di Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, che ha storto la bocca nel leggere le parole del segretario generale Nato Jens Stoltenberg.

 

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