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Cerno: il nuovo Ovest e la sfida al comunismo

Tommaso Cerno
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Che bella aria di Occidente. Con l’America che per gli stolti è matta ma in realtà sta collaudando la nuova democrazia. Dove finalmente dopo 20 anni i mercati capiscono che il primato della politica e del popolo sovrano può mettere in scacco multimiliardari e fondi in pochi attimi. La fine della tecnocrazia e l’inizio di una sacrosanta guerra fredda al comunismo cinese che ha trasformato i soldi in un’armata statale fuori da ogni regola e che attira invece proprio quell’Europa che a parole è la più democratica ma alla fine ha dovuto seguire la linea del governo italiano per non finire travolta nel gioco di prestigio che Trump ha messo in atto sotto la sigla MAGA.

 

 

Se è vero, ed è vero, che con tutte le sue storture esiste una civiltà politica più avanzata delle altre ed è quella delle democrazie, si impari allora che i regimi sono tali anche quando fanno comodo e che Pechino è l’antitesi del mondo liberale, capace di attrarre per l’assenza di regole quando si parla di soldi ma incapace di aprirsi quando si parla di umanesimo. Che ce lo debba far capire un tycoon repubblicano un po’ cowboy significa che stiamo messi piuttosto male. E la sveglia americana può solo servirci.

 

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