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Gaza, infuria la guerra tra Israele e Hamas. Raid su campo profughi, ucciso un leader terroristico

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Scontri feroci nella Striscia di Gaza tra le forze israeliane e le milizie di Hamas, mentre il gruppo palestinese denuncia una nuova strage in raid condotti contro il campo profughi di Jabalia, nel nord dell'enclave. Carri armati di Tel Aviv, hanno attraversato il villaggio di Beit Lahia nel nord della Striscia di Gaza e per raggiungere la via di Al-Nasr, una delle principali arterie di Gaza, dove si sono svolti pesanti scontri a fuoco tra l'Idf e i miliziani di Hamas. Il ministero degli Interni di Gaza, da parte sua, ha riferito che le forze israeliane sono entrate nel nord-ovest di Gaza e sono presenti ad Al Karama, un quartiere a nord di Gaza City, e in Salah al-Din Street, l'autostrada principale della Striscia. In attacchi combinati, via terra, dal cielo e con il supporto delle forze navali, Israele sostiene di aver colpito 400 obiettivi nella Striscia e di aver ucciso il comandante del battaglione Beit Lahiya della Brigata Nord di Hamas, Nassim Abu Ajina, considerato responsabile degli attacchi del 7 ottobre contro i residenti del Kibbutz Erez e di Moshav Netiv Ha' Assara.

 

 

Ma la parte del leone nell'offensiva lanciata da Israele continuano a farla i bombardamenti aerei con l'obiettivo di fiaccare difese e infrastrutture nemiche. Raid indiscriminati secondo Hamas che ha denunciato una nuova strage di civili nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Il locale ministero della Salute, gestito da Hamas, parla di decine di vittime e oltre 100 feriti, ma è impossibilitato a tracciare un bilancio definitivo visto che "dozzine di persone" si troverebbero ancora sotto le macerie degli edifici distrutti. Nel raid le forze israeliane sostengono di aver eliminato il comandante del battaglione centrale di Hamas a Jabalia, Ibrahim Biari, considerato tra i responsabili dell'attacco del 7 ottobre, e numerosi altri miliziani, e di aver distrutto diversi tunnel sotterranei. E il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, è tornato ad accusare Hamas di costruire "intenzionalmente infrastrutture terroristiche sotto le case" dei civili.

 

 

In un altro raid, stavolta contro il campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia, i morti sono almeno 15. Dopo aver denunciato le stragi, Hamas si è rivolta nuovamente ai Paesi arabi e musulmani chiedendo di prendere "posizione decisa per fermare i massacri commessi da Israele" e attaccando i governi che "tollerano i massacri dell'occupante sionista". C'è poi la questione degli ostaggi. Il portavoce di Hamas ha affermato che un "un certo numero" di prigionieri "con passaporto non israeliano" saranno liberati nei prossimi giorni. Potrebbe essere l’unica notizia positiva in un momento triste.

 

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