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Medio Oriente, la Russia si offre come mediatore: basta sangue a Gaza

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L'escalation del conflitto in Medio Oriente fa cambiare una serie di strategie agli attori coinvolti sullo scacchiere internazionale. Su tutti il Cremlino che cerca di ritagliarsi un ruolo di mediazione tra le parti. Con il nuovo attacco di Israele a Gaza, il mondo assiste a un’escalation ma ora occorre far cessare lo spargimento di sangue: l'ha dichiarato il ministero degli Esteri russo. «Il conflitto israelo-palestinese ha raggiunto una nuova fase di escalation. Israele ha iniziato la sua operazione militare di terra nella Striscia di Gaza il 28 ottobre. Il compito prioritario della comunità internazionale è fermare lo spargimento di sangue, ridurre al minimo i danni alla popolazione civile e spostare la situazione nello spazio politico e diplomatico».

 

 

 

 

Ecco perché Mosca chiede «il consolidamento di passi collettivi volti a rilanciare il processo negoziale su vasta scala tra israeliani e palestinesi al fine di attuare la formula dei "due Stati" approvata dalle Nazioni Unite». La Russia «mantenendo i contatti con tutte le parti interessate, contribuisce al raggiungimento di soluzioni pacifiche al conflitto, esercitando, tra le altre cose, le sue funzioni di mediazione», continua la nota del ministero guidato da Sergei Lavrov. «Mettiamo in guardia contro decisioni rischiose gli attori esterni che si sentono tentati di scatenare un’altra grande guerra in Medio Oriente e invertire l’evoluzione positiva di questa regione strategicamente importante, caratterizzata da un graduale miglioramento delle relazioni tra gli Stati».

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