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Terremoto Turchia, 100 miliardi di danni e almeno 48mila morti

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Circa 100 miliardi di euro. È questa la mostruosa cifra della stima dei danni provocati dal devastante terremoto dello scorso 6 febbraio in Turchia, secondo una ricostruzione fatta dall’Ufficio strategia e bilancio della presidenza di Ankara. In un rapporto si quantificano i danni precisamente in 99,1 miliardi di euro, che equivalgono al 9% del Pil della Turchia nel 2023. Nel documento, pubblicato in vista della conferenza dell’Unione europea del 20 marzo sulla ricostruzione, si indica che sono state colpite 11 province, che rappresentano il 9,8% dell’economia turca e l’8,6% delle esportazioni. Se si tiene conto delle solo vendite di tessuti all’estero, il dato sale al 35%. Queste cifre seguono quelle pubblicate a fine febbraio dalla Banca Mondiale, che stimava preliminarmente i danni diretti in 32,1 miliardi di euro. Tuttavia, l’organismo internazionale aveva avvertito che considerando i costi della ricostruzione la cifra sarebbe stata più alta del doppio.

 

 

I sismi del 6 febbraio, di magnitudo 7,8 e 7,6, hanno causato almeno 48 mila morti nel sud-est del Paese interessando undici province e rappresentano la catastrofe col maggior numero di vittime che la Turchia abbia sofferto negli ultimi cento anni. Nel frattempo, giusto ieri, una nuova scossa di magnitudo 4.8 è stata registrata nella provincia di Bolu a 13 chilometri dall’omologo capoluogo e a 250 chilometri a est di Istanbul.

 

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