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Usa, Biden tradisce la sinistra: trivellazioni in Alaska, ecologisti sul piede di guerra

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Una decisione difficile da digerire. L’amministrazione Biden ha approvato il progetto petrolifero Willow, nel nord dell’Alaska, dell’azienda statunitense ConocoPhillips, un piano che interesserà le ultime aree selvagge incontaminate d’America e che era stato fortemente osteggiato dai gruppi ambientalisti. Il progetto, che si stima produrrà circa 576 milioni di barili di petrolio in 30 anni, era considerato un test chiave degli impegni climatici di Biden, nonché delle sue priorità energetiche. Il Willow Oil Project, quasi 7 miliardi di dollari investiti, è comunque stato approvato in una versione ridotta: tre pozzi di perforazione, invece dei cinque originariamente chiesti, un taglio che ridurrà leggermente le emissioni e ridurrà l’impatto sugli ecosistemi sensibili della regione. 

 

 

Biden era arrivato alla Casa Bianca con la promessa che non avrebbe permesso nuove trivellazioni di petrolio e gas e ha subito forti pressioni negli ultimi giorni da parte dei gruppi ambientalisti. Nel tentativo di soddisfare questi gruppi, il governo ha annunciato che sta lavorando a ulteriori protezioni per la riserva nazionale e di voler vietare definitivamente le trivellazioni su una vasta area dell’Oceano Artico che confina con questa riserva. I deputati dell’Alaska (non solo i repubblicani, ma anche qualche democratico) assicurano che il progetto garantirà diverse migliaia di posti di lavoro e contribuirà all’indipendenza energetica degli Stati Uniti: quando sarà a pieno ritmo, è prevista una produzione di 180mila barili di petrolio al giorno, pari al 40% dell’attuale produzione di greggio dell’Alaska. 

 

 

Ma le associazioni ambientaliste la considerano una catastrofe per il clima. «L’inquinamento che rilascerà nell’aria avrà effetti devastanti sulla nostra gente, sulla fauna selvatica e sul clima. Ne subiremo le conseguenze per i decenni a venire», ha tuonato l’organizzazione ambientalista Sierra Club. Per giorni un’ondata di video contrari al progetto aveva investito Tik Tok e una petizione online aveva raccolto più di 3,2 milioni di firme. Secondo l’analisi ambientale del Dipartimento Interni, il progetto creerà emissioni annuali pari a meno dell’1% delle emissioni annuali totali degli Stati Uniti nel 2019. Ma il ‘via libera’ arriva quando numerosi studi dimostrano che per raggiungere gli obiettivi climatici globali, le emissioni da combustibili fossili devono diminuire rapidamente. Biden, che riconosce la «minaccia esistenziale» rappresentata dal cambiamento climatico e ha adottato diverse misure a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili, ha promesso di ridurre le emissioni di gas serra negli Stati Uniti tra il 50% e il 52% entro il 2030, rispetto al 2005. Promesse, ma i fatti concreti vanno in un’altra direzione. Con una scelta che sa tanto di tradimento.

 

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