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Negli Stati Uniti fallisce la Silicon Valley Bank, crollano i titoli bancari

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La banca californiana Silicon Valley Bank (Svb) è la prima grande vittima dell’aumento dei tassi di interesse. Il Dipartimento per la protezione finanziaria e l’innovazione della California ha chiuso l’istituto in crisi e ha nominato la Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) come curatore fallimentare. L’agenzia prevede di riaprire lunedì le 17 filiali della banca, con sede in California e Massachusetts, per consentire ai clienti di prelevare fino a 250.000 dollari a breve termine, l’importo solitamente garantito dalla Fdic. La crisi di Svb ha creato il panico nel mondo delle startup e nel settore finanziario globale con enormi perdite dei titoli bancari negli Usa e in Europa. L’indice bancario europeo che è sceso di oltre il 4% nel suo più grande calo giornaliero dall’inizio di giugno. Deutsche Bank (-7,4%), Hsbc (-4,6%), Banco Santander (-4,9%), UniCredit (-3,8%) e Bnp Paribas (-3,3%) sono state tra le peggiori performance che hanno affossato i listini del vecchio continente con perdite oltre l’1% per tutte le principali piazze europee. A Wall Street, i principali titoli finanziari dello S&P 500 sono scesi del 2,8%, mentre il sottoindice delle banche ha perso il 4,2%.

 

 

 

Il fallimento di Svb avviene poco dopo il crollo di Silvergate Capital e mentre gli investitori sono già preoccupati per le ramificazioni dell’aggressivo ciclo di inasprimento della Fed. «Al 31 dicembre 2022, la Silicon Valley Bank aveva circa 209 miliardi di dollari di attività totali e circa 175,4 miliardi di depositi totali», ha spiegato la Fdic in una nota. «Al momento della chiusura, l’importo dei depositi in eccesso rispetto ai limiti assicurativi era indeterminato. L’importo dei depositi non assicurati sarà determinato una volta che la Fdic avrà ottenuto ulteriori informazioni dalla banca e dai clienti».

Poco nota al grande pubblico, Svb era comunque la 16esima banca americana per dimensione patrimoniale. Con sede a Santa Clara, in California, la Silicon Valley Bank si era specializzata nel settore della tecnologia, facendo affari principalmente con clienti con fondi di venture capital o società di private equity. Questi ultimi alle prese con molte difficoltà tra il rialzo dei tassi di interesse e le turbolenze nel settore tech, negli ultimi mesi hanno prelevato molti soldi dai propri conti. Per avere liquidità sufficiente, la Silicon Valley Bank ha annunciato mercoledì sera che stava cercando di raccogliere capitali rapidamente. Nel processo, giovedì ha perso il 60% alla Borsa di New York e il titolo è stato sospeso venerdì prima dell’inizio della sessione. La crisi finanziaria dell’istituto si è aggravata quando le azioni sono crollate dopo l’annuncio di Svb Financial di voler procedere a un aumento di capitale da 2,25 miliardi di dollari a seguito di una perdita netta di 1,8 miliardi e la decisione della "cripto-banca" Silvergate Capital di chiudere le operazioni. Il tentativo di raccogliere liquidità da parte di Svb è fallito e il titolo è precipitato. Anche il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha espresso preoccupazione per la svendita di azioni bancarie avviata dal crollo del prezzo delle azioni della banca high-tech. «Ci sono sviluppi recenti che riguardano alcune banche che sto monitorando molto attentamente», ha detto durante una commissione del Congresso. «Quando le banche subiscono perdite finanziarie - ha aggiunto - è motivo di preoccupazione».

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