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Il pallone-spia accende la tensione tra Cina e Usa: scoppia il caso diplomatico

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Il rilevamento di un pallone aerostatico spia cinese sopra i cieli degli Stati Uniti riaccende le tensioni tra grandi potenze, al punto che Washington ha deciso di rinviare la visita in Cina del segretario di Stato, Antony Blinken, prevista nei prossimi giorni. La decisione giunge a breve distanza dalla conferma della provenienza del dirigibile da parte di Pechino: il pallone aerostatico avvistato sopra il Montana, dove si trovano strutture militari che contengono missili nucleari, sarebbe servito per le ricerche meteorologiche, come riferito in un comunicato del ministero degli Esteri, che ha espresso rammarico per l’accaduto. 

 

 

Prima delle spiegazioni fornite in via ufficiale dalla Cina, il Pentagono aveva reso noto che il pallone spia stava sorvolando il territorio statunitense da un paio di giorni, a un’altitudine maggiore di quella dei voli di linea. Il pallone aerostatico avrebbe avuto il compito di raccogliere informazioni su siti sensibili, ma non avrebbe rappresentato una minaccia fisica o militare. Si è deciso di non abbatterlo, dopo avere informato dell’episodio anche il presidente Usa, Joe Biden, per evitare rischi alla popolazione dalla caduta dei detriti. Inoltre, nel sorvolo sopra il Montana, gli esperti militari statunitensi hanno ritenuto che l’aerostato non potesse avere raccolto informazioni più sensibili di quelle che si possono ottenere dai satelliti. Attività di questo tipo sono state rilevate «per anni» dall’intelligence statunitense, ha dichiarato il portavoce del Pentagono Patrick Ryder, e in particolare sopra le Hawaii e la base militare di Guam, nell’Oceano Pacifico, secondo quanto trapelato da un funzionario Usa citato dal Washington Post. Prima di entrare nello spazio aereo degli Stati Uniti occidentali, il pallone aerostatico spia avrebbe sorvolato il Canada, e prima ancora l’Alaska e le isole Aleutine, amministrate dall’Alaska, tra l’oceano Pacifico e il Mare di Bering, ma non sarebbe chiaro da dove sia stato lanciato. In seguito al rilevamento, il Dipartimento di Stato Usa aveva convocato l’incaricato d’affari dell’Ambasciata cinese a Washington per protestare. Pechino aveva preso tempo, dichiarando che erano in corso verifiche.

 

 

 «Speculazioni e clamori non serviranno a risolvere i problemi prima che si siano chiariti i fatti», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning. In serata è, però, arrivata la conferma. «Il dirigibile proviene dalla Cina. È un dirigibile civile usato per scopi di ricerca, soprattutto meteorologica», con limitate capacità di guida e finito nello spazio aereo Usa a causa dei venti da ponente, si legge in una nota diffusa on line dal ministero degli Esteri. La Cina «si rammarica per l’involontario ingresso del dirigibile nello spazio aereo degli Stati Uniti dovuto a forza maggiore» e dichiara che continuerà a comunicare con gli Usa e «gestirà appropriatamente questa situazione inaspettata causata da forza maggiore». A breve distanza dall’ammissione di Pechino è arrivata dai media statunitensi anche la conferma del rinvio del viaggio di Blinken. Secondo un funzionario dell’amministrazione Biden, Blinken non avrebbe voluto ingigantire la questione annullando la visita, ma non vuole neppure che la questione del pallone spia domini gli incontri con le controparti cinesi. Della visita di Blinken si parla da settimane, sia in Cina che negli Stati Uniti, ed era prevista per il 5 e 6 febbraio prossimi, secondo quanto trapelato da Washington nelle scorse settimane, in attesa di una conferma, mai arrivata, da Pechino. Compito di Blinken era di mantenere aperte le linee di comunicazione con Pechino tra le molte tensioni bilaterali, che vanno dalla questione di Taiwan alle dispute commerciale e tecnologica, fino al contrasto degli Usa alle rivendicazioni territoriali cinesi nel Mare Cinese Meridionale, dopo l’accordo di ieri tra Stati Uniti e Filippine per l’accesso dei soldati Usa a quattro basi nell’arcipelago, che ha irritato Pechino.

 

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