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Guerra, l'analisi di Lucio Caracciolo: “Obiettivi diversi di Usa e Ucraina, ecco quali sono”

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Lucio Caracciolo, esperto di geopolitica e direttore della rivista Limes, è tornato a parlare della guerra in Ucraina in un’intervista a Repubblica, approfondendo in particolare il tema dei negoziati tra Kiev e la Russia, un argomento che tocca da vicino anche gli Stati Uniti: “Per l'americano medio l'Ucraina è una nebulosa, sanno a malapena dove sia. Il governo Usa invece aveva due obiettivi, interrompere l'interdipendenza energetica russo-tedesca e russo-europea, ed è stato raggiunto. E indebolire la Russia separandola dalla Cina, ed è in parte ottenuto. L'obiettivo ucraino invece è sopravvivere, e se possibile riprendere tutto quello che i russi gli hanno sottratto. Lo stesso capo delle forze armate Usa lo ritiene molto improbabile. La preoccupazione Usa è che la guerra si allarghi. Ma i russi non riuscendo ad avanzare più di tanto sul terreno infieriscono sulla società ucraina, per spingerla a negoziare. Se dovesse continuare questa strategia, qualche problema di tenuta del fronte ucraino penso emergerà. La guerra non sono centimetri quadrati persi o presi, ma chi dura di più”.

 

 

Caracciolo si sofferma poi sulle mosse della Turchia, che minaccia di entrare in Siria ed in Iraq e ha colpito i curdi: “La geopolitica turca non cambia molto con Erdogan o senza. C’è forte consenso sulla sua politica estera, a cominciare dalle forze armate. Sulla questione curda, è chiaro che la Turchia vuole dare un segno sia sul fronte siriano che iracheno. Quella è la sua sfera di interesse, e non vuole altre potenze tra i piedi. È un segnale inviato anche agli Usa, che direttamente o meno hanno sempre appoggiato i curdi del Pkk”.

 

 

Poi una domanda più strettamente di geopolitica e comunicazione: “Perché ci sono decine di guerre ma ne vediamo solo una?”. Caracciolo risponde senza esitazioni: “Per il bene della nostra salute mentale. Ti interessano i problemi e le opportunità in aree geografiche o culturali che possono toccarti”.

 

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