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I cinesi vogliono scappare dal Paese e dai lockdown: boom di ricerche per emigrare

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Mentre su piazza Tiananmen, a Pechino, i delegati al ventesimo Congresso del Partito Comunista Cinese stendono le linee della Cina per i prossimi anni, nel resto del Paese aumentano le ricerche online sulle informazioni per migrare. Il compito non è dei più facili, dopo le restrizioni messe in atto per contenere la pandemia di Covid-19: severi controlli alle frontiere, gli ostacoli al rilascio di nuovi passaporti e i dinieghi a viaggi che non siano per questioni di lavoro, famiglia, studio o salute, hanno scoraggiato i cinesi che vogliono lasciare il Paese. Le ricerche di modi per farlo sono, però, aumentate, con il protrarsi delle restrizioni, che proprio quest’anno, con i due mesi di lockdown a Shanghai, hanno provocato forti disagi e portato all’esasperazione milioni di persone.

 

 

Nicole, ex residente nella metropoli, che da qualche mese è riuscita a trasferirsi in Francia, sostiene, in un’intervista all’agenzia Efe, che le chiusure di Shanghai «hanno violato i diritti umani», ricordando le persone morte per non essere riuscite ad avere un’assistenza medica adeguata e i ritardi nelle forniture di beni di prima necessità. Quello che è successo, dice, «è in contrasto con l’idea di una vita confortevole in una metropoli sviluppata».

 

 

Così, mentre il presidente cinese, Xi Jinping, si preparava per un terzo mandato consecutivo alla guida del partito, sul web si sono moltiplicate le ricerche di un carattere, la cui trascrizione fonetica, «run», suona come il verbo «correre» (o «fuggire») in inglese, ed è usato come sinonimo di «emigrare» o «uscire». Dalla primavera scorsa, ovvero quando Shanghai fu sottoposta al lockdown, le ricerche sono prima raddoppiate, e successivamente quadruplicate su Baidu, il motore di ricerca cinese. Su Douyin, la versione cinese di TikTok, riporta l’agenzia spagnola, le ricerche del carattere «run» sono aumentate del 330% negli ultimi dodici mesi. Le restrizioni della politica «zero Covid», difesa dallo stesso Xi, domenica scorsa, nel suo discorso all’apertura del Congresso, stanno mettendo a dura prova i nervi di milioni di cinesi, costretti a subire i lockdown annunciati all’improvviso dalle autorità locali, spesso su una manciata di contagi. È avvenuto, in sostanza, il fenomeno inverso di quanto accadde nel 2020, quando i cinesi all’estero cercavano di tornare in Cina, dove la vita proseguiva in maniera relativamente normale mentre i contagi e i decessi aumentavano nel resto del mondo. Dall’inizio della pandemia, la Cina rileva solo 5.226 decessi, e le autorità ritengono che la politica dello «zero Covid» sia «efficiente» ed «economica» - nonostante le ripercussioni sulla crescita - e che a essa si debba di avere salvato molte vite umane.

 

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