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Putin incontra Xi Jinping, la reazione del presidente cinese: cos'è successo al vertice

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Giada Oricchio
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Quasi una Caporetto. L’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo cinese Xi Jinping al vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) in Uzbekistan, è stato una doccia fredda per il leader del Cremlino, apparso a disagio e in difficoltà (spesso i Capi di Stato gli davano le spalle). Il canale Telegram Generall Svr, gestito da un attendibile ex ufficiale russo oggi dissidente, ha raccontato il dietro le quinte: “Secondo la reazione della maggioranza dei capi di Stato partecipanti al vertice, è assolutamente evidente che il centro di attrazione e di potere dell'organizzazione è la Cina rappresentata da Xi Jinping. Putin, e con lui la Russia, sono ai margini della vera agenda”.

A riprova, il fatto che il presidente della Federazione russa non sia stato accolto al suo arrivo dal presidente dell'Uzbekistan che, invece, si è fatto trovare ai piedi dell’aereo di Xi Jinping. Non solo, contrariamente al passato quando era Putin a far aspettare i leader mondiali, questa volta è stato lui a dover attendere l’arrivo del presidente uzbeko Shavkat Miromonovich Mirziyoyev per la stretta di mano davanti ai fotografi (era successo lo stesso in Turchia con Erdogan).

In merito al faccia a faccia con Xi Jinping, il canale Generall SVR scrive: “Il tanto atteso incontro si è concluso in un nulla di fatto. Putin si è lamentato molto con Xi Jinping del suo difficile destino e dei numerosi problemi incolpando di tutti i peccati i “nemici comuni”, ma a parte le solite parole di simpatia e comprensione, non ha ricevuto assolutamente nulla in cambio. Nonostante il sorriso teso e le parole incoraggianti di Lavrov, non ci saranno cambiamenti in "meglio" nelle relazioni russo-cinesi nel prossimo futuro. La Cina non aiuterà in alcun modo oltre a ciò che è attualmente disponibile”.

Dunque, non darà alcun supporto militare per la guerra in Ucraina. Che i rapporti tra le due potenze siano in una fase delicata è testimoniato da una domanda di Xi Jinping durante lo SCO: “Il presidente russo è fiducioso che tutti gli obiettivi che si è prefissato con l’operazione militare speciale sul territorio dell'Ucraina saranno raggiunti?”, Putin ha risposto affermativamente, tuttavia il presidente cinese ha sorriso incredulo e scosso la testa. Il post di Generall SVR si conclude con una fosca previsione per la Russia: “L’architettura del sistema di sicurezza della "regione centroasiatica" si formerà alle condizioni che la Cina eventualmente offrirà la Turchia. La Turchia sta diventando il principale attore e centro di potere e influenza nel Caucaso con la prospettiva di bilanciare l'influenza della Cina in Asia centrale. La Russia è considerata esclusivamente come un'appendice della materia prima. Putin ha perso tutto”.

Al 206esimo giorno di invasione, la controffensiva dei soldati e della resistenza ucraina per liberare i territori occupati dalle forze armate russe sta ottenendo risultati positivi, ma gli osservatori internazionali invitano alla prudenza nel timore che un Putin messo all’angolo possa ricorrere all’extrema ratio delle armi chimiche o quelle tattiche nucleari. Questa notte, il presidente americano Joe Biden, in un’intervista a “60 Minutes”, lo ha messo in guardia: “Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe. La risposta americana sarebbe consequenziale e il Cremlino diventerebbe ancora di più paria nel mondo”.

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