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Darya Dugina, la foto al funerale che solleva i sospetti sull'attentato: "Inquietante"

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Oltre ai dubbi sulle indagini svolte in tempi record dalle autorità russe che hanno trovato in meno di 48 ore la presunta colpevole dell'attentato in cui è morta Dartya Dugina, figlia del filosofo russo Alksandr Dugin, emerge un altro giallo. È quello sollevato da alcuni osservatori dopo che sono fastate druse alcune immagini dei funerali della figlia 30enne dell'ideologo russo, in passato tra i più ascoltati da Vladimir Putin ma che recentemente era apparso molto più isolato.

 

Il corpo della donna era stato collocato in una bara aperta all'altezza del volto, e proprio questa immagine - rimbalzata sui social - ha sollevato sospetti inquietanti. Dugina infatti è morta per l'effetto di una bomba devastante collocata sulla sua auto e fatta deflagrare a distanza - così accusa l'Fsb russo - dalla presunta agente segreta ucraina Natalia Vovk. Ma il volto di Dugina appare perfetto, senza alcun graffio e ferita evidente.

 

Tra i tanti a sollevare dubbi su quanto visto alle esequie è il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni che su Twitter ha pubblicato due foto a confronto: "A destra il viso di Daria Dugina nella bara esposta al funerale. A sinistra, quel che restava della sua auto". "Inquietante", è l'aggettivo che il giornalista trova più appropriato per descrivere il foto-confronto.

 

Le cronache dedicate al  funerale della filosofa e commentatrice parlano di una sorta di "santificazione" della figlia di Aleksandr Dugin. "È morta per la Russia. Per i russi. È morta sul fronte, perché il fronte è proprio qui. Non in Ucraina, ma qui. E in ognuno di noi. Solo la vittoria può giustificare il prezzo più caro pagato. Ha vissuto per la vittoria ed è morta in nome della nostra vittoria russa. Le prime parole che aveva pronunciato, che le abbiamo insegnato, sono state ’Russia', ’il nostro potere', ’il nostro popolo', ’il nostro impero'"", ha detto il padre nella sala messa a disposizione per la cerimonia nella sede della televisione di Stato alla periferia di Mosca. 

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