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Crisi di governo e invio di armi, l'Ucraina teme l'instabilità. Il consigliere di Zelensky: non abbandonateci

Luigi Frasca
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C'è la paura per la guerra vera, quella delle bombe e dei missili russi che continuano a colpire anche e soprattutto obiettivi civili. Poi ce n'è un'altra, forse più insidiosa: vedersi abbandonati al proprio destino nel momento di maggior bisogno. È il timore espresso dal governo di Kiev, che teme di non ricevere più aiuti dai paesi occidentali, impegnati con le proprie crisi di politica interna. Le tensioni politiche che nelle ultime settimane hanno riguardato Francia, Regno Unito e Italia potrebbero distrarre questi paesi dall'impegno nel supporto dell'Ucraina ed essere usate «come un'arma» dalla Russia.

 

Da qui, l'appello lanciato da Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un post su Twitter: «Le turbolenze politiche nei paesi occidentali non dovrebbero intaccare l'unità nelle questioni fondamentali della lotta tra il bene e il male. In particolare la fornitura di armi all'Ucraina. Non possiamo permettere al Cremlino di usare la competizione politica come arma per minare le democrazie».

 

Come detto, gli ucraini devono però farei conti principalmente con la guerra sul campo. Ed è un particolare campo di battaglia ad allarmare Kiev: quello della centrale nucleare di Zaporizhzhia. La Russia, secondo quanto riferito da Petro Kotin, il presidente della Energatom, l'agenzia nucleare ucraina, sta utilizzando la zona della centrale per lo stoccaggio di sistemi missilistici e altri armamenti, e per lanciare attacchi contro le zone vicine. Nella mattinata, intanto, è arrivata la notizia di un attacco missilistico delle forze armate russe su Odessa.

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