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"Trump sapeva che i manifestanti erano armati". La testimonianza choc sull'assalto al Congresso

L'assistente del capostaff dell'ex presidente: "Donald era consapevole dei rischi che si correvano"

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Il giorno dell’assalto a Capitol Hill, l’allora presidente Usa, Donald Trump, sapeva che la folla dei suoi sostenitori era armata e voleva comunque che costoro andassero in Campidoglio. Cassidy Hutchinson, collaboratrice dell’ex ’chief of staff’ della Casa Bianca, Mark Meadows, sta testimoniando dinanzi alla commissione della Camera dei Rappresentanti che indaga su quelle ore terribili. La donna ha detto che Meadows l’aveva avvertita che le cose sarebbero potute andare «davvero, davvero male» quel giorno e ha lasciato intendere che l’entourage di Trump fosse consapevole del potenziale di violenza insito nell’assalto.

Secondo quanto affermato da Hutchinson, l’ex presidente si era lamentato del fatto che il Secret Service non avesse consentito ad alcuni suoi sostenitori di partecipare al comizio che stava tenendo a Washington il 6 gennaio, precedente l’assalto al Congresso, perché armati. Trump avrebbe chiesto al Secret Service di rimuovere i metal detector presenti nei punti di accesso al comizio, affermando che «non mi faranno del male», in riferimento ai suoi sostenitori.

Dopo il comizio del 6 gennaio, Donald Trump chiese alla sua scorta di portarlo al Congresso, dove stava per avere inizio la certificazione della vittoria di Joe Biden. Lo ha riferito Cassidy Hutchinson, ex assistente dell’allora capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, testimoniando davanti alla Commissione della Camera che indaga sull’assalto a Capitol Hill. Hutchinson ha raccontato di un Trump furioso, che di fronte al rifiuto del suo staff di portarlo al Campidoglio, afferrò il volante della "Beast", l’auto presidenziale, tentando di strapparlo dalle mani di un agente del Secret Service. «Sono il c...zo di presidente, portatemi al Campidoglio!», esclamò Trump secondo la testimonianza.

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