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Coronavirus, terzi per contagi nel mondo. La verità sconvolgente dell'Oms

Corea del Sud, Iran e Israele. Oltre all'Italia, ecco i fronti dove la diffusione del Coronavirus sta registrando un'impennata

Silvia Sfregola
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Il Coronavirus è un'emergenza mondiale e per l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono possibili gravi sconvolgimenti politici, sociali ed economici. Oltre all'Italia, c'è la Corea del Sud, l'Iran e Israele: sono questi i fronti su cui, seppur con scale diverse, la diffusione del Coronavirus sta registrando un'impennata. La situazione è "grave", ha ammesso il primo ministro sudcoreano Chung Sye-kyun, che ha esortato ad astenersi dal tenere eventi religiosi in luoghi affollati dopo il caso della comunità religiosa nella città sud-orientale di Daegu. I contagi nel Paese sono almeno 430. Alcuni si sono scoperti positivi dopo essere rientrati da un viaggio in Israele dall'8 al 15 febbraio. Il ministero della Sanità israeliano ha invitato tutti coloro che sono entrati in stretto contatto con loro a sottoporsi ad auto-quarantena per 14 giorni e ha pubblicato un elenco di luoghi visitati dal gruppo, tra cui Netanya, Cesaria, Nazareth, il Mar di Galilea, il Mar Morto, Beersheba, Gerusalemme e Hebron in Cisgiordania. L'autorità per l'immigrazione ha poi deciso di vietare l'ingresso nel Paese ai turisti sudcoreani in arrivo da Seul su un volo atteso all'aeroporto Ben Gurion. I casi sono destinati ad aumentare, come sta avvenendo in Iran. Tra i centri più colpiti c'è Qom, dove è in corso la costruzione di una centrale a energia solare da parte di una società cinese. "In sole 7 settimane, l'epidemia di Covid19 ha catturato l'attenzione mondiale, e giustamente, perché ha il potenziale per causare gravi sconvolgimenti politici, sociali ed economici", ha avvertito il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, "sappiamo che oltre l'80% dei pazienti ha una malattia lieve e guarirà. Ma l'altro 20% ha una malattia grave o critica, che va dalla mancanza di respiro allo shock settico e all'insufficienza multiorgano". Nel 2% dei casi segnalati il coronavirus è fatale, e il rischio di morte aumenta con l'avanzare dell'età del paziente e con le condizioni di salute. I contagi sono arrivati a 78mila, i morti superano i 2350. Intanto sui social cinesi si stanno diffondendo teorie cospirative che attribuiscono la nascita dell'epidemia da coronavirus agli Stati Uniti e non a Wuhan. La tv giapponese Asahi Corporation, riferisce il tabloid Global Times, in un servizio avrebbe insinuato il sospetto che alcuni dei 14.000 americani morti di influenza possano aver contratto in modo sconosciuto il coronavirus. A ottobre Wuhan ha ospitato i Military World Games. "Forse i delegati statunitensi hanno portato il coronavirus a Wuhan e si è verificata una mutazione del virus, rendendolo più letale e contagioso e causando un diffuso focolaio quest'anno", ha scritto un utente sul social cinese Sina Weibo, simile a Twitter. E sempre il Global Times, che è prodotto dal quotidiano ufficiale del Partito comunista, ha rilanciato un nuovo studio di ricercatori cinesi secondo cui la trasmissione da uomo a uomo del coronavirus potrebbe essere iniziata a fine novembre da un luogo diverso dal mercato del pesce di Wuhan. Lo studio, pubblicato su ChinaXiv, un database aperto a ricercatori scientifici, rivelerebbe che il coronavirus è stato introdotto nel mercato ittico da un'altra località, per poi diffondersi rapidamente da un mercato all'altro.

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