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Trump in Vaticano da Papa Francesco: non dimenticherò le sue parole

L'incontro fra il presidente Usa Trump e Papa Bergoglio

Silvia Sfregola
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Pace in Medio Oriente, libertà religiosa, accoglienza dei migranti. Rispetto dell'ambiente soprattutto: trenta minuti a porte chiuse per uno dei faccia a faccia più attesi in Vaticano. Formalmente la visita di Donald Trump a Papa Francesco non ha fatto una piega. Il presidente ha passato le mura leonine con puntualità svizzera, per rispettare i suoi impegni istituzionali a Roma prima di partire per Bruxelles, ma anche per non interferire con quelli del Pontefice: l'udienza del mercoledì con i fedeli in piazza San Pietro, un appuntamento al quale Bergoglio non rinuncia mai.  La first lady e la first doughter vestivano secondo etichetta: di nero, con la veletta a coprire il capo. Un'accortezza che Melania non ha usato neanche in Arabia Saudita. Un seguito importante, ma adeguato a un presidente degli Stati Uniti. Oltre a Melania e Ivanka con il marito Jared Kushner, c'erano il segretario di Stato Rex Tillerson, l'assistente del presidente per la sicurezza nazionale, McMaster, il direttore strategico per la comunicazione Hope Hicks, il direttore dei social media, Daniel Scavino, il direttore del concilio nazionale dell'Economia, Gary Cohn, l'incaricato d'affari ad interim presso la Santa Sede, Louis Bono, il presidente per la sicurezza nazionale, Dina Powell, il direttore dello studio Ovale Keith Schiller, e una interprete, Alessandra Bonatti. La stretta di mano formale, un po' tesa, le foto di rito, poi tutti fuori e porte chiuse. Trenta minuti dopo, il campanello suonava la fine del colloquio e i due sono apparsi più distesi: più disinvolto il padrone di casa, quasi sollevato il presidente. Tutti si aspettavano momenti di gelo, qualche affondo in più. Dal muro al confine con il Messico ("Non può dirsi cristiano chi pensa solo ad alzare i muri e non a costruire i ponti", aveva detto il Papa nel suo volo di ritorno dal Messico, rispondendo a una domanda su Trump), alla tentata messa al bando di tutti gli islamici degli Stati Uniti, passando dalla controriforma della Sanità per smantellare l'Obamacare e dalla proverbiale antipatia di the Donald per la lotta al cambiamento climatico (un "concetto inventato dai cinesi per impedire all'economia americana di essere competitiva", parole sue): tanti sono i punti di scontro tra i due. Il contenuto dettagliato del faccia a faccia resta riservato. Ma non ci sono state state battute o stoccate pubbliche: solo doni simbolici che parlano più delle parole. Bergoglio ricevuto una raccolta di scritti di Martin Luther King, regalando a Trump il messaggio per la giornata mondiale della Pace, un medaglione con l'ulivo (perché gli Stati Uniti siano "strumento di pace", ha spiegato), e i suoi documenti programmatici: le esortazioni Evangelii Gaudium e Amoris Laetitia e l'enciclica Laudato Si', il suo scritto sull'ambiente e la cura del Creato. Su questa si è soffermato: "La leggerò", ha assicurato Trump e poi: "Non dimenticherò quello che mi ha detto". Qualunque sia stato il tenore dello scambio privato, alla fine Bergoglio ha incassato perlomeno una promessa. Con il premier Paolo Gentiloni si confida: "Quello con Papa Francesco è stato un incontro fantastico".

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