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Ventidue morti nell'attacco Al Queda contro l'Onu

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Tra le vittime ci sono i sette assalitori, che hanno fatto detonare un furgoncino riempito con materiali esplosivi davanti l'ingresso del compound

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La battaglia con Sheebab in Somalia la si puo' vincere se si combatte soprattutto "sul fronte umanitario". A dirlo all'Agi e' un "preoccupato" Andrea Mazzella, ambasciatore designato a Mogadiscio, che ha seguito dall'ambasciata italiana a Nairobi gli sviluppi dell'attacco alla sede dell'Onu nella capitale somala. Qui - aveva annunciato il 12 giugno scorso in Parlamento il capo della Farnesina, Emma Bonino - a settembre riaprira' l'ambasciata italiana, dopo 23 anni dalla chiusura avvenuta nel 1991. Ma l'attacco di oggi potrebbe costringere a un rinvio.Nell'attacco di oggi al compound dell'Undp (United Nations development programme) sono rimaste uccise 22 persone, tra cui almeno due sudafricani dipendenti di una compagnia che si occupava di logistica. Dal premier somalo Abdi Farah Shirdon e' immediatamente arrivata la condanna dell'"attacco vile e senza senso contro civili Onu innocenti". "Le Nazioni Unite - ha aggiunto - sono nostri amici e partner, e le agenzie Onu ci offrono aiuto umanitario e sostegno". Intanto, le truppe somale e dell'Unione africana (Ua), intervenute in forza con uomini e mezzi corazzati, hanno fatto sapere di aver ripreso il controllo del compound dopo una battaglia durata almeno un'ora e mezzo. "La situazione e' sotto controllo, i soldati somali insieme alle forze dell'Ua hanno preso d'assalto il complesso e hanno ucciso gli aggressori", ha confermato il poliziotto Abdulahi Osman. Gli estremisti islamici hanno dato il via all'attacco poco prima di mezzogiorno ora locale, con una duplice esplosione all'ingresso degli uffici del Programma di Sviluppo dell'Onu (Undp). Grazie a un'autobomba e a un kamikaze, i miliziani sono penetrati nel compound, aprendo il fuoco sulle guardie di sicurezza. "Alcuni degli infedeli che hanno tentato di ingaggiare i mujahedeen in combattimenti dentro gli uffici sono stati uccisi e buttati fuori dal complesso", hanno scritto gli Sheebab su Twitter.. Tra le vittime ci sono i sette assalitori, che hanno fatto detonare un furgoncino riempito con materiali esplosivi davanti all'ingresso del compound prima di iniziare uno scontro a fuoco con le guardie armate. Tra le nove persone uccise dai militanti ci sono tre stranieri, due sminatori sudafricani e un funzionario dell'Onu keniano. Inoltre, secondo un ufficiale rimasto anonimo, sarebbe morto anche un funzionario somalo dell'Onu. L'organizzazione internazionale ha fatto sapere in una nota che sta verificando il numero delle vittime. «Ci sono sicuramente alcuni feriti - si legge nel comunicato - e molto probabilmente anche dei morti». Il rappresentante speciale delle Nazioni unite in Somalia, Nicholas Kay, non si trovava nell'edificio nel momento dell'assalto. «Il complesso delle Nazioni unite - ha affermato - ospita il personale che lavora su progetti umanitari e dello sviluppo, per sostenere il popolo somalo. Questo è stato un atto di terrorismo sfacciato e un disperato tentativo di allontanare la Somalia dalla strada di recupero e della costruzione di pace». Parlando davanti al Consiglio di sicurezza, il vice segretario generale dell'Onu Jan Eliasson ha condannato l'attentato, definendolo oltraggioso e ribadendo che l'organizzazione resta impegnata a ottenere la pace in Somalia.

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