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Bce c'è riuscita: economia in frenata per colpa del caro tassi

Filippo Caleri
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L’obiettivo di fermare l’inflazione da parte della Bce non si è ancora realizzato. Ma la stretta monetaria l’effetto deleterio per l’economia reale lo ha già creato. Già i segnali sono già concreti. Innanzitutto nel mercato immobiliare. Che dopo essere cresciuto raggiungendo un volume di scambi mai visto negli ultimi quindici anni, negli ultimi mesi dell’anno, tra caro inflazione e aumento dei tassi ha registrato una frenata, mandando gli indici in territorio negativo. Questo è quanto emerge dal rapporto Abi-Agenzia delle Entrate che ha spiegato come lo scorso anno sono state 780 mila le abitazioni comprate e vendute, oltre 30 mila unità in più del 2021 (+4,7%), ma nell’ultimo trimestre dell’anno il calo è stato del 2,1%. Meno case vendute e meno produzione di ricchezza ovviamente.

 

 

Ma non è la sola frenata a preoccupare perché l’aumento del costo dei finanziamenti ha ridotto il ricorso al credito da parte di famiglie e imprese. Le banche hanno segnalato un forte calo della domanda di fidi nel primo trimestre del 2023. Un calo che è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale, mentre la contrazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie è stata la più elevata dall’avvio dell’indagine nel 2003. La flessione è stata superiore alle aspettative espresse dagli intermediari nel trimestre precedente. Le banche hanno segnalato che il livello generale dei tassi di interesse è stato il principale fattore alla base della ridotta domanda insieme all’inasprimento della politica monetaria. E non è finita.

 

 

Per il secondo trimestre del 2023 le banche si attendono un’ulteriore, ma più contenuta, flessione (netta) della richiesta di denaro da parte dei clienti. A segnalare il calo è proprio l’artefice del disastro e cioè la Banca centrale europea nell’ultimo bollettino economico. Difficile che si inverta la rotta. Sempre secondo Eurotower, infatti, l’Eurozona continuerà a crescere male prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo. «Questo è un momento piuttosto critico, perché l’inflazione sta iniziando a scendere, stiamo iniziando a vedere l’efficacia delle misure, ma dobbiamo ancora avere tassi di interesse elevati e sostenuti. È un momento in cui dobbiamo stringere la cinghia per raggiungere l’obiettivo» ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, ricordando che riportare l’inflazione al 2% è un obiettivo «non negoziabile». In sintesi: nessuna possibilità di allentare la politica monetaria e frenata dell’economia assicurata.

 

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