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L'Istat aggiorna il Pil, l'Italia cresce più delle previsioni

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Gianluca Zapponini
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L'economia italiana è cresciuta più del previsto, anche se in questo primo scampolo di 2023 il fiato sembra essere già un po’ corto. Partendo dallo scorso anno, i primi dodici mesi senza la pandemia ma con una guerra alle porte d’Europa, il Pil tricolore è aumentato secondo l’Istat del 3,9% rispetto al 2021. Il che è una buona notizia se si considera che la stima è addirittura superiore all'ultima previsione del governo che ipotizzava una crescita, nel 2022, pari al +3,7%. Ma ecco il rovescio della medaglia. Nel quarto trimestre del 2022, sempre secondo i calcoli di via Cesare Balbo, il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e cresciuto dell’1,7% in termini tendenziali. Dunque, una frenata, seppur lieve, c’è. La variazione congiunturale negativa «è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi registrano una crescita», ha messo in chiaro l’Istat. Dal lato della domanda, poi, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno positivo della componente estera netta. «L’economia italiana registra, dopo sette trimestri consecutivi di crescita, una lieve flessione congiunturale, mentre dal lato tendenziale», è il commento dell’Istituto di statistica, «continua, a ritmi meno sostenuti rispetto ai trimestri precedenti, il suo sviluppo».

 

 

 

C’è però chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. Per esempio i piccoli imprenditori titolari di un’attività commerciale, per i quali non è il caso di farsi prendere dal panico. Confesercenti non a caso ha parlato di «una tenuta migliore delle attese, anche grazie al boom del turismo. Il quarto trimestre si chiude con un rallentamento più contenuto (-0,1%) di quanto avevamo previsto, grazie anche all’apporto di spesa dei viaggiatori stranieri, in netto recupero rispetto al 2021. Si tratta però pur sempre di una frenata, la prima dopo tre trimestri di crescita consecutiva, e sebbene la flessione degli ultimi tre mesi del 2022 fosse preventivata, resta il dubbio su intensità e durata del rallentamento nei prossimi trimestri», spiegano gli esercenti. Tradotto, va capito se la frenata nell’ultima parte dello scorso anno è solo un pit stop o qualcosa si più. «Pur avendo una partenza per il 2023 positiva» (pari a 0,4% ndr), è la sintesi di Confesercenti, «le prospettive a breve, di tutti gli osservatori, sono pessimistiche e si giunge a ipotizzare un controshock, che collocherebbe la crescita abbondantemente sotto l’1%».
 

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