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Guerra e speculazioni, Italia impoverita

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Gianluca Zapponini
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Il 2022 verrà ricordato come l'anno della grande inflazione, che ha messo a dura prova redditi, pensioni e alleggerendo il conto in banca. Non è un caso che si sia confermata, anche a dicembre, la cavalcata del costo della vita, pur in lieve frenata rispetto ai dati di novembre. L'indice dei prezzi al consumo, secondo l'Istat, è infatti cresciuto dello 0,3% su base mensile e dell'11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente), in linea con i dati preliminari.

In media, nel 2022 i prezzi al consumo crescono dell'8,1% (+1,9% nel 2021), segnando l'aumento più ampio dal 1985 (quando fu ma del Codacons sulla base del tasso medio annuo superiore all'8%. Mentre secondo Coldiretti, «l'impennata dell'inflazione pesa sul carrello degli italiani che nel 2022 hanno speso 2,6 miliardi in più per mettere in tavola pane e pasta, ma anche la verdura è costata 2,3 miliardi in più, mentre per la carne si è avuto un esborso aggiuntivo di 2,2 miliardi rispetto allo scorso anno».

Complessivamente la famiglie italiane hanno speso nel 2022 ben 13 miliardi in più per prodotti alimentari e bevande analcoliche a causa di un aumento medio dell'inflazione del 9,1%, con la classifica degli aumenti che è guidata da pane, pasta e cereali davanti a verdure e carni. Al quarto posto ci sono latte, formaggi e uova con 1,8 miliardi di esborso aggiuntivo, che precedono il pesce, rincarato di un miliardo tondo.

Non è finita. Assoutenti rimarca come particolarmente allarmanti i numeri dell'Istat relativi ai prodotti alimentari, che a dicembre segnano un +13,1%, portando la media annua del comparto a quota +9,1%: tradotto in cifre, significa che solo per il cibo una famiglia nel 2022 ha speso 513 euro in più rispetto all'anno precedente, spesa che sale a +700 euro annui se si considera un nucleo con due figli. 

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