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La preoccupazione di Draghi per il mercato del lavoro: ripresa sia duratura e sostenibile

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Mario Draghi mantiene i piedi per terra sul futuro dell’economia italiana. Il presidente del Consiglio è intervenuto all'assemblea pubblica di Confindustria che si è tenuta al Palasport di Roma, mandando un messaggio chiaro a tutti coloro che fanno voli pindarici sulla ripresa del Pil e sui dati dell’occupazione: “L’Italia vive oggi un periodo di forte ripresa, migliore di quello che avevamo immaginato solo qualche mese fa. Le previsioni del Governo, che presenteremo tra pochi giorni, stimano una crescita intorno al 6% per quest’anno, a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera. La produzione industriale ha superato a luglio il valore registrato prima dell’inizio della pandemia. Le esportazioni nel secondo trimestre di quest’anno sono state del 4,8% più alte che nello stesso periodo del 2019, prima della crisi sanitaria. L’indice di fiducia delle imprese negli ultimi due mesi è il più alto dal 2005, quando sono iniziate le rilevazioni”. 

 

 

“Al rafforzamento dell’economia - ha proseguito Draghi - si accompagna un miglioramento dell’occupazione. A luglio il numero di occupati è cresciuto di 440mila unità rispetto a un anno prima, e c’erano 170mila disoccupati e 484mila inattivi in meno. Il mercato del lavoro è ripartito, ma ci sono ancora aspetti che destano preoccupazione. Tra i dipendenti, tre quarti dei nuovi occupati hanno ricevuto un contratto a tempo determinato. Nel 2020, più di due milioni di famiglie erano in condizione di povertà assoluta. La crescita che abbiamo davanti è un rimbalzo, legato alla forte caduta del prodotto interno lordo registrata l’anno scorso. Nel 2020, l’economia italiana si è contratta dell’8,9%, una delle recessioni più profonde d’Europa Era dunque inevitabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione dell’attività. La sfida per il Governo, e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali, è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile".

"Dobbiamo evitare - analizza l’ex banchiere centrale europei - i rischi congiunturali che si nascondono dietro questo momento positivo; preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale; e accelerare con il nostro programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell’economia italiana. Per assicurare la sostenibilità della ripresa dobbiamo prima di tutto impedire che ci siano altre significative ondate di contagio”.

 

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