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Col coronavirus globalizzazione in quarantena

Gianluigi Paragone
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Hanno detto che gli effetti del coronavirus sull'economia saranno come quelli di un terremoto e quindi bisogna prepararsi. Come? Si parla di dilazione dei pagamenti delle imposte, di sgravi fiscali, di bonus. Non è una novità: ogni volta che un imprevisto cade sulla testa del governo le munizioni a disposizione sono sempre le stesse, che vengono tolte da una cartucciera e inserite in un'altra. Con l'effetto di guadagnare del tempo e sperare che qualcosa cambi. Per approfondire leggi anche: Cancellato il Mobile World Congress La verità è che nessuna misura potrà avere un effetto reale sull'economia fintanto che i governi sono inchiodati alla stretta liturgia di Bruxelles. Siamo sempre lì. I debiti della pubblica amministrazione non sono più un'emergenza mediatica ma restano un'emergenza per le imprese coinvolte e che sono a rischio fallimento. La Corte di giustizia europea ha emesso pochi giorni fa una sentenza di condanna per la lentezza dei pagamenti e c'è chi parla di una maximulta da 2 miliardi in arrivo. Il centro studi della Cgia di Mestre ricorda che secondo le stime di Bankitalia i debiti commerciali dello Stato verso i fornitori si aggirerebbe a circa 53 miliardi di euro. Questo dato non è nuovo e nonostante ogni partito in campagna elettorale ne denunci l'indecenza, la montagna debitoria resta sempre lì senza che nemmeno la famosa compensazione allevi l'impatto sul mondo produttivo. Ho preso questo esempio per evidenziare come i problemi restino sempre sul tavolo; ne avrei potuti prendere tanti altri: vogliamo parlare del famoso risarcimento che avrebbero dovuto garantire ai risparmiatori? O della famosa revoca delle concessioni autostradali per chi fosse inadempiente? O l'abbassamento della pressione fiscale, Irpef in testa? O appunto la ricostruzione post sisma?... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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