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L'Ocse promuove il governo: "Bene le misure anticrisi"

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L'economia italiana è piombata in una recessione profonda, che ha sorpreso per la sua ampiezza. Il pil calerà quest'anno del 5,3%. Il Paese si troverà inoltre a dover gestire un tasso di disoccupazione proiettato verso il 10%, oltre che un consistente aumento di deficit e debito. La situazione dovrebbe iniziare a migliorare dal prossimo anno: nonostante le prospettive restino «incerte», nel 2010 è infatti attesa una ripresa molto lenta, ma che potrebbe comunque rivelarsi più robusta rispetto a quella di altri paesi, grazie soprattutto al buono stato di salute dei bilanci di famiglie e imprese. Quando le acque saranno più calme, tuttavia, il governo non potrà esimersi dal fare le riforme strutturali. Comunque nonostante il «limitato spazio di manovra», l'Ocse promuove le misure anticrisi varate dal governo. Alla vigilia dell'Outlook di primavera, l'Ocse ha pubblicato il suo rapporto sull'Italia nel quale delinea problemi, prospettive e sfide per la nostra economia. Il calo del pil quest'anno sarà superiore a quanto precedentemente stimato, pari al -5,3% contro il -4,3% anticipato a fine marzo, mentre per il 2010 è prevista una modesta ripresa dello 0,4%. In linea con quanto previsto dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nelle considerazioni finali, l'Ocse ritiene che a pesare sulla congiuntura italiana sarà anche la difficile situazione dei senza lavoro, con il tasso di disoccupazione che potrebbe raggiungere il 10% entro 2009, per poi aumentare quasi certamente anche nel 2010. Le casse dello stato, peraltro, sono oberate da un deficit in continuo aumento, che salirà al 6% del Pil nel 2010, e un debito pubblico che «supererà il 115% del pil nonostante un certo sforzo di consolidamento», per poi «avvicinarsi al 120% entro la fine del 2010». È proprio la zavorra che pesa sui conti che, secondo l'Ocse, limita molto lo spazio di manovra per fare interventi anti crisi. L'organizzazione parigina valuta tuttavia positivamente le misure, seppur di piccola entità, adottate dal Governo, in particolare quelle a sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione. Non appena l'attività economica comincerà a riprendersi - avverte però - il Governo «dovrà impegnarsi in un serio programma a medio termine di riduzione del debito fondato sul controllo della spesa e probabilmente su nuove riforme delle pensioni e della sanità». Per l'Ocse saranno necessari ulteriori interventi sulla previdenza. La riforma delle pensioni «richiederà un forte impegno» poichè implica l'aumento dell'età lavorativa, un più alto livello di risparmio previdenziale privato o assegni pensionistici più bassi rispetto a quelli attuali». Fare riforme significa poi anche proseguire con le liberalizzazioni e rendere più efficiente la pubblica amministrazione. Infine le banche. Il sistema italiano finora ha tenuto, ma il mercato del credito «si è irrigidito e i rischi restano». Per questo, conclude l'Ocse, gli sforzi per ricapitalizzare gli istituti dovrebbero proseguire, «preferibilmente attraverso i finanziamenti privati» ma senza escludere la possibilità di ricorrere anche ai fondi pubblici.

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