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di SERGIO PATTI SLITTA a fine 2010 la privatizzazione di Snam Rete Gas.

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A far slittare la privatizzazione della società Eni guidata da Domenico Dispenza è un emendamento alla Finanziaria presentato ieri notte della Lega Nord e approvato dalla Commissione bilancio della Camera. In precedenza era previsto che l'Eni scendesse sotto il 20% in Snam entro il primo luglio 2007, ma nonostante le pressioni dell'Antitrust per accelerare la scissione tra produttore e reti di distribuzione, in Parlamento si era fatta strada l'ipotesi di rinviare la privatizzazione sino al 2012. La decisione della Commissione Bilancio ha sancito così un compromesso. La Lega Nord, sulla base di una proposta Rossi-Pagliarini, aveva spinto per la discesa di Eni in Snam (secondo il disposto della legge 290/03, il cosiddetto salva black-out) entro il 31 dicembre 2012. L'iniziativa però è stata osteggiata dal responsabile energia e industria di Alleanza Nazionale, Stefano Saglia, che ha raccolto le raccomandazioni del presidente dell'Antitrust, Catricalà. Alla fine il deputato di An ha accettato la discesa di Eni in Snam più tardi rispetto al previsto, ma solo in cambio di alcune condizioni: potenziamento dei gasdotti Tag e Transmed ampliato rispetto alla disponibilità dell'Eni; investimenti garantiti da parte di Snam sulla rete di trasporto per almeno 4 miliardi di euro; trasferimento del controllo delle attività di stoccaggio (Stogit) a Snam in maniera che, al momento della discesa della quota Eni, tali attività siano il più possibile "terze". A questo punto, il presidente della commissione, Giorgetti, anche lui della Lega ha convinto gli interlocutori a chiudere l'accordo sulla data del 2010 piuttosto che sul 2012. Ieri, intanto, il ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola ha riferito al ministro russo dell'Energia e dell'Industria Viktor Kristenko che il governo italiano lavorerà affinchè Gazprom - impegnato in una complessa rinegoziazione degli accordi con l'Eni - possa distribuire direttamente il suo gas in Italia. «Ho ribadito - ha detto Scajola - l'interesse dell'Italia affinchè gli operatori russi entrino con il loro gas. Abbiamo bisogno di più concorrenza per aver un minore costo del gas in Italia». I due ministri si sono detti dunque pronti a fare tutto il possibile per superare le eventuali difficoltà tra le aziende.

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