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Educazione sessuale, la rivoluzione possibile

dott. Domanico

I bambini e i ragazzi non conoscono il proprio corpo ed hanno informazioni sommarie e poco scientifiche

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La "buona scuola", contestazioni e problemi a parte, mostra alcune carenze. Una, secondo la dott. Daniela Domanico, Dirigente Medico I livello UOSD Oculistica P.O. Centro di Latina, ma soprattutto mamma, è l'educazione sessuale. "Diamo per assodato che i bambini ed i ragazzi vadano aiutati a scuola in tutte le materie, possibilmente fare attività sportive, musica, magari un corso di lingue, teatro, attività sociali scolastiche ed extra scolastiche ma nessuno ha preso realmente in considerazione che i giovani vadano seguiti nella loro crescita non solo fisica e psichica ma anche morale. Mai possibile che nessuno si si preso la briga di sostenere l'importanza dell'educazione sessuale?"  Secondo la professionista, infatti, i problemi sociali che prima sentivamo distanti, oggi sempre più entrano prepotentemente nelle nostre case attraverso i media: la violenza gratuita, quella sulle donne, i femminicidi, gli uxoricidi, gli abusi sui bambini, i maltrattamenti degli anziani nelle strutture-lager, la crescita esponenziale di malattie che da anni sembravano debellate, hanno un comun denominatore: l'assenza di una buona educazione sessuale. "Ammettiamo di essere evoluti e noi donne di essere emancipate, soffriamo un po' in un mondo ancora maschilista (con differenze reddituali e di trattamento legati al genere) ma non abbiamo ancora colmato questo grave vuoto culturale - afferma Domanico - Un danno che fin da piccoli ci nega una verità importante: prima del riconoscimento del fisico e del genere c'è il rispetto della persona nella sua sfera maschile o femminile. Ma il problema forse è ancora più profondo: non riconoscere una figura che nella scuola possa insegnare l'educazione sessuale completa perché ancora noi adulti vediamo il sesso in modo troppo sfaccettato e confuso". È vero infatti che i nostri figli (ma spesso anche gli adulti) non conoscono l'anatomia del proprio corpo, si va per tentativi, si chiede all'amico, ignorano il corretto uso del preservativo (c'è anche quello femminile), non conoscono le malattie sessualmente trasmissibili (e la lacuna rimane in età adulta), non vengono accompagnati in visita medica per i giusti controlli. Pensare che esiste il vaccino per il papilloma virus (HPV) gratuito per le dodicenni e non se ne parla, e già solo con la diffusione capillare di quest'ultimo potremmo in un paio di generazioni debellare del tutto il carcinoma della cervice uterina. Il rimedio? "Più di tanti corsi regionali sovvenzionati che troppo spesso cadono nel nulla, dovremmo partire, proprio dalla buona scuola di cui tanto si parla, con una seria "comunicazione sessuale" condotta da medici e psicologi (esistono figure ben specializzate). Da madre chiedo a gran voce una sana "rivoluzione culturale" perché se siamo giunti a tanta tecnologia (tablet ed interattività continua) dobbiamo pensare che se vogliamo uomini e donne migliori nel domani dobbiamo educarli e sostenerli oggi. Che argomenti così fondamentali per la società non possono essere demandati alle famiglie, non sempre preparate. Che l'educazione civica introdotta da Aldo Moro nel 1958 (due ore a settimana nelle medie e superiori) non ci basta più, perché il rispetto ed il riconoscimento dell'altro parte già dall'infanzia e che per la "moralità" non bastano i bravi catechisti e la Chiesa. Abbiamo bisogno di più civiltà. Da subito

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