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I luoghi del cuore e la torta al cioccolato che resterà pronta

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Chinon sposterà più il pianoforte e chi lo vede ancora seduto a quel tavolino di via D'Azeglio. Sono i baristi, ristoratori e soprattutto amici di Lucio Dalla. Che hanno passato con lui mille notti, mille pomeriggi, mille mattine. Diventandone confidenti, consiglieri, compagni di vita e di viaggio. Come il proprietario della trattoria Da Vito, in via Musolesi, a due passi dal centro. Lì Dalla andava a mangiare praticamente tutte le sere quando era a Bologna. Negli anni '70 e '80 era una tappa fissa per artisti e uomini di cultura. Era possibile mangiare gomito a gomito con Francesco Guccini e sentire Dalla suonare da solo o in jam session. «Lo vede quel pianoforte?», ci chiede Paolo, il titolare. «L'abbiamo messo per Lucio - prosegue Paolo tra un bicchiere di bianco e l'altro - A lui devo tanto. Mi ha insegnato tutto. Mi ha dato l'opportunità di conoscere persone interessanti. Senza di lui questa trattoria sarebbe rimasta una delle tante». Mentre parliamo, alle pareti sfilano decine di foto ingiallite, in cui un giovanissimo Dalla suona il clarinetto. Alle sue spalle, Guccini gli fa il verso. Tra tortellini in brodo e stinco di maiale, la vita di un musicista passa anche da una tavola imbandita. Ce lo conferma il barista del Gran Bar di via D'Azeglio, di fronte al portone di Dalla. Davanti ai tavolini un viavai di gente che guarda dentro, quasi a cercare ancora il cantante con gli occhi. «Veniva qui spesso con gli amici e si sedeva proprio lì dove è seduto lei adesso - ci dice il ragazzo che serve ai tavoli - L'ultima volta era venuto sabato scorso. Abbiamo parlato di Sanremo e del fatto che, nonostante la gara non gli piacesse, è pur sempre una festa della musica. Era contento di aver partecipato al Festival con Pierdavide Carone. Poi mi ha detto che stava per partire per la Svizzera, per la sua nuova tournée». Lucio era felice. Lo aveva detto anche al suo amico del bar Duca d'Amalfi in piazza dei Celestini. «Lo avevo visto alla fine della settimana scorsa - racconta alla cassa tra uno scontrino e l'altro - Mi era sembrato felice. Mi aveva parlato del suo nuovo tour». Sono proprio i luoghi che frequentava il cantante a svelarne i gusti e le abitudini. «Non amava i dolci - prosegue il titolare del Duca D'Amalfi - L'unica cosa per cui andava matto era la torta al cioccolato. Me la chiedeva sempre e, spesso, la ordinava quando aveva ospiti a casa. Io gliela portavo a domicilio. Ci siamo salutati e mi ha detto che mi avrebbe chiamato durante la tournée. Quella chiamata io continuerò ad aspettarla». Car. Ant.

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