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Giulietta tutta sola a caccia di Cupido

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Ritrovarsi dopo cinquant'anni, innamorati come a venti. In una cornice che non poteva essere più romantica perché si prende le mosse da Verona, addirittura dalla Casa di Giulietta dove, sui muri, sembra vi sia la consuetudine di lasciare lettere e biglietti in cui si esalano le più svariate pene d'amore, tradimenti, delusioni, momenti che avrebbero potuto diventare felici ma in cui, invece, si è rovinato tutto. A queste missive, indirizzate di solito proprio a Giulietta, rispondono con toni adeguati delle volontarie prodighe di consigli e di conforto. Una specie di posta del cuore, insomma. Si aggiunge un giorno a queste brave signore una giovane giornalista americana, Sophie, che, trovata su uno di quei muri una lettera di cinquant'anni prima in cui una inglese, Claire, si rammaricava di non aver saputo dar seguito all'amore di un ragazzo italiano, Lorenzo, scrive una risposta con i dati così precisi che di lì a qualche giorno Claire arriva a Verona, con un giovane nipote, sperando di ritrovare il suo innamorato mal corrisposto di un tempo. Sophie, che sull'argomento pensa di poter anche scrivere un articolo per il proprio giornale, parte con Claire e il nipote alla ricerca di Lorenzo. La conclusione vedrà la rivincita dell'amore. Due volte, perché anche i due personaggi giovani parteciperanno per conto proprio alla festa… La storia l'ha scritta l'argentino José Rivera, sceneggiatore de "I diari della motocicletta" di Walter Salles, della regia si è fatto carico l'americano Gary Winick, con un passato anche di produttore. Entrambi hanno puntato molto sui sentimenti, ma li si accettano soprattutto perché, nelle vesti di Claire e poi di Lorenzo ritrovato, ci sono due interpreti non solo della classe e del valore di Vanessa Redgrave e di Franco Nero, ma perché quella storia, pur non essendo del tutto la loro, sembra che essi stessi l'abbiano conclusa nella vita unendosi di recente in matrimonio dopo una lunga attesa. E questo non tarda a diventare la vera cifra del film, cui gli attori giovani danno invece scarsissimo contributo, riscattato in parte, dal punto di vista delle tecniche, dalla fotografia preziosa del nostro Marco Pontecorvo, intenta, senza mai retoriche, a evocare nel Veneto e in Toscana panorami da idillio.

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