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Missione su Marte per portare i campioni sulla Terra con razzi europei e americani

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«Si tratta di una sorta di Santo Graal, che rappresenta una vera sfida e dunque necessita di una cooperazione quanto meno transatlantica», secondo il responsabile del centro francese per gli studi spaziali, Stephane Janicheswki; quanto alla missione con equipaggio, non è prevista che per il 2040. Le difficoltà della missione consiste nella necessità di raccogliere campioni significativi da vari luoghi del Pianeta Rosso: quindi prima di tutto una scelta oculata delle zone da visitare e poi una sonda o un robot che possieda la mobilità e la longevità necessarie per completare il programma di esplorazione. L'ultima sonda ad essersi posata sul suolo di Marte, la "Phoenix", è dotata di un mini-laboratorio nel quale effettuare alcune analisi dei campioni del suolo, senza però che sia previsto un ritorno sulla Terra: i dati raccolti vengono trasmessi via radio. Le missioni fin qui lanciate verso Marte hanno accertato che l'ipotesi dei geologi, ovvero che il Pianeta Rosso abbia in passato ospitato degli oceani, è corretta: rimane appunto da vedere se tale situazione sia durata abbastanza a lungo da permettere lo sviluppo di forme di vita unicellulari, che potrebbero avere lasciato delle tracce fossili. La massa del pianeta è infatti troppo esigua per trattenere un'atmosfera significativa, e temperatura e pressione atmosferica sono dunque attualmente troppo basse per permettere la formazione di H2O in forma liquida alla superficie (il ghiaccio è possibile, ma sublima direttamente in vapore di ghiaccio, rilevato dalle sonde orbitanti). È tuttavia possibile che sotto la superficie, dove pressione e temperatura sono maggiori, possano essere rimaste delle sacche di acqua in grado di aver conservato anche forme di vita elementari. Una «staffetta» che ha come protagonisti un razzo americano e uno europeo, un lander, una capsula e un satellite: così saranno portati sulla Terra i primi frammenti del suolo di Marte. È questo il programma della «visione» internazionale per la missione Mars Sample Return (Msr), definito a Parigi e firmato da un gruppo di esperti internazionali fra i quali il responsabile dell'Unità per l'osservazione dell'universo dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Flamini. A definire il programma della prima missione che porterà sulla Terra campioni del suolo di Marte è stato il Gruppo di lavoro internazionale per l'esplorazione di Marte (Imewg), del quale l'Italia è stata uno dei fondatori e del quale hanno partecipato tutti i protagonisti della missione: dalle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa) ed Europa (Esa), a quelle di Italia (Asi), Francia (Cnes), insieme a Germania e Giappone. Sono stati avviati anche contatti con la Russia. «Quello che abbiamo presentato è il risultato dell'ultimo anno di lavoro - ha detto Flamini -. La missione Msr sarà il primo passo per poter dimostrare di essere capaci di andare su Marte e tornare da lì sulla Terra». La tabella di marcia che si sono dati gli esperti prevede di avere a disposizione per il 2014-2015 tutte le tecnologie necessarie alla missione, che potrà partire solo intorno al 2020, una volta completati tutti i test necessari. La struttura di base del programma prevede il lancio di due razzi: uno americano (probabilmente un Atlas 5) e uno europeo (Ariane 5). Il sistema di propulsione sarà quello tradizionale, ma è anche allo studio un sistema di propulsione elettrica a ioni analogo a quello utilizzato sulla sonda europea Smart-1. Sarà lanciato per primo il razzo che porterà su Marte un lander o un rover che scenderà sulla superficie e raccoglierà i campioni (o li riceverà da un altro rover già attivo sul pianeta). Si prevede di raccogliere complessivamente mezzo chilo di materiale: piccoli frammenti da un grammo ciascuno che saranno raccolti in sequenza con un piccolo «trapano» o una sorta di «cucchiaio», poi chiusi in capsule separate e sigillate, simili a fialette, ognuna contraddistinta in modo da riconoscere il luogo esatto in cui i frammenti sono stati prelevati. Le fiale con i campioni saranno quindi chiuse in una capsula che sarà portata in orbita da piccoli razzi. Nel frattempo il secondo razzo sarà partito da Terra portando a bordo un satellite. Una volta in orbita attorno a Marte, il satellite catturerà la capsula con i campioni e la riporterà a Terra con i suoi motori.

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