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Ospedali come in guerra. Scelgono chi curare e chi no

Carlo Antini
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La situazione legata al coronavirus sta peggiorando giorno dopo giorno. I malati aumentano in modo esponenziale e le risorse degli ospedali sono purtroppo limitate. L'emergenza principale riguarda i posti letto di terapia intensiva che, soprattutto nelle zone rosse dell'Italia settentrionale, non sono già sufficienti a coprire le crescenti necessità della popolazione.  Per approfondire leggi anche: Cina inizia a chiudere ospedali di emergenza Di tutto questo parla Christian Salaroli in un intervista pubblicata dal Corriere della Sera. L'anestesista rianimatore dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo assicura che, per la mancanza di risorse, gli ospedali sono spesso costretti a fare una scelta su chi sono in grado di curare: "Se una persona tra gli 80 e i 95 anni ha una grave insufficienza respiratoria - dichiara Salaroli sul Corriere della Sera - verosimilmente non procedi. Se ha un'insufficienza multi organica di più di tre organi vitali, significa che ha un tasso di mortalità del cento per cento". E infine assicura che "è come per la chirurgia di guerra. Si cerca di salvare la pelle solo a chi ce la può fare. È quel che sta succedendo"

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