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Ponte sullo Stretto, in Sicilia sono già nati diciotto comitati contro

Gaetano Mineo
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Riparte puntuale il fronte del «No» al Ponte sullo Stretto. Dopo circa tredici anni, ovvero da quando nel 2012 l’allora premier, Mario Monti, archiviò la grande opera, gli attivisti-ambientalisti tornano a far sentire la propria voce «perché il governo Meloni e il premier Matteo Salvini hanno ricominciato a parlarne anche mentendo». «A questo punto noi torniamo nelle piazze a dire no. E siamo tantissimi» fanno sapere i movimenti di protesta, convinti che il Ponte sia «un’opera inutile e distruttiva» con «il rischio di un cantiere che resterà aperto e incompiuto». Intanto, il governo Meloni tira dritto spedito verso la realizzazione dell’infrastruttura che, una volta realizzata, sarà la più lunga del mondo. «Spero che arrivi a ore l’ok definitivo per il collegamento stabile fra Sicilia, Italia ed Europa di cui se ne parla da 60 anni e penso che possa davvero rivoluzionare il sistema dei corridoi infrastrutturali», afferma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, in merito al via libera al decreto legge sul Ponte da parte del Consiglio dei ministri. Di certo, la Camera si occuperà del decreto Ponte nel mese di maggio come ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

 

 

Per il vicepremier, il Ponte sullo Stretto «sarà un acceleratore di sviluppo per l'intero Mezzogiorno, oltre che uno dei corridoi che l'Europa ci chiede di ultimare». Salvini sta lavorando anche a una serie di progetti collaterali alla grande opera. «Noi stiamo investendo 11 miliardi per arrivare in treno più velocemente da Palermo a Catania e Messina – dichiara il titolare della Infrastrutture – e altri miliardi per velocizzare il percorso da Salerno a Reggio Calabria». Intanto, il consiglio nazionale degli ingegneri ha istituito un apposito gruppo di lavoro. Ma gli attivisti, sono in fermento e sono sempre più numerosi. Più movimenti, rispetto a oltre dieci anni fa. E continuano a spuntare come funghi anche da diverse parti d’Italia. Lo stesso Salvini, sostiene di averne contati fino a oggi diciotto. Per capire lo spirito che anima questa rete No Ponte, basta ascoltare alcune dichiarazioni di capi movimento. «Il Ponte sarebbe la pietra tombale su ogni ipotesi di sviluppo per questi territori, non è un volano ma una vera e propria lapide», dice Massimo Camarata (rete No Ponte). Il movimento contro il Ponte non è da ascrivere come l’ennesimo «no», secondo Elio Conti Nibali, del comitato «Invece del ponte», ribadendo che «dire no all’inutile Ponte significa dire sì a tutto quello che è davvero utile per l’area dello Stretto».

 

 

Una sfilza di movimenti come «Spazio No Ponte», «No Ponte Capo Peloro» e via dicendo. Tra le proteste in agenda, quella del prossimo 5 aprile che avrà come teatro la sponda calabra, esattamente Villa San Giovanni. Salvini, dal canto suo, è convinto che il Ponte sullo Stretto «costerà meno di un anno di reddito di cittadinanza», ed ha in programma di incontrare «quanto prima cittadini, associazioni e amministratori di Messina e di Reggio, per ascoltare e spiegare i tantissimi vantaggi che un collegamento stabile fra Sicilia e Calabria darebbe a tutti». «Lo accoglieremo come merita, se vorranno realizzare il Ponte dovranno fare i conti con noi» afferma l’ex assessore all’Ambiente del comune di Messina Daniele Ialacqua. In attesa del via libera definitivo del decreto Ponte, al ministero delle Infrastrutture si lavora per aggiornare il contratto con il Contraente generale, approvare il progetto definitivo, quindi il progetto esecutivo, per poi passare all’inizio del cantiere. In sostanza, in poco più di 200 giorni potrebbe essere riapprovato il progetto esecutivo dando inizio al cantiere, il cui setup iniziale con le prime 20mila assunzioni si potrebbe concludere entro l’anno.

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