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"Non temo gli anarchici", Caracciolo avverte: chi può cavalcare il caso Cospito

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Gli anarchici non sono più quelli dell'Ottocento, sono organizzati e presenti in molti Paesi, ma ad approfittare del clima di alta tensione per il caso di Alfredo Cospito potrebbero essere altri gruppi che nulla c'entrano con le istanze del movimento. A tratteggiare uno scenario inquietante intorno alle proteste per la detenzione al 41 bis dell'anarchico condannati per gravai attentati è Lucio Caracciolo, direttore di Limes. 

 

"Qui non stiamo parlando solamente di anarchici e soprattutto gli anarchici di oggi non sono quelli dell'Ottocento", spiega il giornalista nel corso della puntata di venerdì 3 febbraio di Otto e mezzo, su La7. Le sigle della galassia anarchica "sono dei gruppi violenti, per capirci tipo black bloc, con delle reti internazionali molto forti dalla Grecia alla Spagna", ma sono presenti "dappertutto". Sarebbe sbagliato sottovalutare la minaccia rappresentata da questi attivisti che puntano a colpire lo Stato con azioni violente.

 

Ma guai a sottovalutare anche "il fatto che nella nostra società c'è molta benzina per strada e basta un fiammifero per incendiare tutto - spiega Caracciolo - Su questo io non temo gli anarchici, temo che la situazione abbastanza critica" tra guerra, crisi economica e incertezza istituzionale possa portare altri gruppi a cavalcare la protesta. Il rischio è che tutto questo "alla fine possa portare anche gente che non c'entra assolutamente nulla con gli anarchici a pensare che bisogna fare qualcosa che di violento, e l'università di Roma sotto questo profilo ricorda qualcosa", afferma il giornalista. 

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