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Il "liberal" Zuckerberg non è il "trumpiano" Musk. E nessuno si scandalizza per i licenziamenti a Facebook

Undicimila lavoratori cacciati dal gruppo Muta. Ma la sinistra Usa non evoca le barricate

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Tempi duri nella Silicon Valley. Meta Platforms, proprietaria delle piattaforme Facebook e Instagram, ha infatti annunciato il taglio del 13% della sua forza lavoro, ovvero oltre 11.000 dipendenti. Si tratta di uno dei più grandi licenziamenti tecnologici di quest’anno, con la società che lotta contro l’impennata dei costi e la debolezza del mercato pubblicitario.

L'annuncio è arrivato dopo che negli scorsi giorni era esploso il caos dei licenziamenti annunciato da Elon Musk in Twitter, poi in parte rientrati. Una circostanza che aveva fatto esplodere la protesta del mondo liberal, già abbastanza scosso dall'acquisizione, da parte del miliardario "trumpiano", di uno dei social più amati dalla sinistra.

Lo stesso Musk, in concomitanza con il voto di midterm negli Usa, aveva invitato a votare repubblicano. Fa riflettere, in ogni caso, il fatto che i licenziamenti annunciati da Mark Zuckerberg non abbiano sollevato ulteriore clamore. Anche perché il patron di Meta è notoriamente un liberal. E quindi tutto gli viene perdonato...

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