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Decreto, cosa prevede la norma anti-rave. Introdotto un nuovo reato

Pietro De Leo
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Il giro di vite c'è e porta con sé l'introduzione di una nuova fattispecie di reato. Proprio mentre la polizia a Modena concludeva un eccellente lavorodi trattativa con i partecipanti a un rave party in un capannone in disuso (occupato illegalmente per l'evento) e coordinava lo sgombero dell'edificio, a Roma il governo approvava norme più stringenti per questo tipo di iniziative. Che, come accaduto sia a Modena sia altrove in passato, portano disturbo alle comunità locali, degrado, e per tutta la durata del party dello sballo sfrenato, anche spaccio di stupefacenti.

 

Il complesso di norme è contenuto all'interno di un decreto unico che comprende anche gli interventi sulla giustizia e sul Covid. Dunque, d'ora in poi, è prevista reclusione da 3 a 6 anni per chi organizza, e sanzioni da mille a 6mila euro. Inoltre, si procede d'ufficio «se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l'ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica». Insomma, le caratteristiche proprie dei rave. C'è anche il capitolo dell'intervento sugli strumenti utilizzati per mettere in piedi il rave. In caso di condanna, infatti, «è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinatea commettere reato e di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell'occupazione».

Nell'assise dei ministri c'è stato un confronto dovuto alla possibilità di utilizzare anche le intercettazioni per stroncare l'organizzazione di questi eventi. Il vicepremier Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, da quanto trapela avrebbe opposto le storiche perplessità degli azzurri sul ricorso all'ascolto delle intercettazioni. Rilievi che sono stati accolti, vista la risultanza finale del testo. In conferenza stampa post Consiglio dei Ministri, il premier Giorgia Meloni ha spiegato: «Interveniamo sulla materia con una norma che prevede un reato nuovo, quello di Invasione per raduni pericolosi». E ancora ha aggiunto: «Inizialmente si era ragionato di intervenire su un'aggravante per il reato che già esiste, e cioè Invasione di terreni ed edifici, ma abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo e diverso per evitare che si inserisse tra i reati contro il patrimonio e non per l'incolumità pubblica». E ancora: «Noi ci aspettiamo, con la norma sui Rave, di non essere diversi dalle altre nazioni d'Europa. L'impressione che lo Stato italiano ha dato è di un lassismo sul tema del rispetto delle regole e della legalità».

 

Adesso «la volontà politica fa la differenza» e «il segnale è che non si può venire in Italia per delinquere». Il ministro dell'Interno Piantedosi ha osservato: «I requisiti di necessità e urgenza li ravvisavamo nel fatto che probabilmente l'assenza di una disciplina normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come la cronaca degli ultimi anni testimonia. Peraltro si tratta di eventi particolarmente pericolosi non solo per le stesse persone che li commettono ma sono anche molto dispendiosi anche per l'impiego delle forze dell'ordine che ne consegue». E ha aggiunto: «Confidiamo, come avviene in altri Paesi e in altri settori, che la norma, una volta introdotta, possa essere un elemento di deterrenza per questi eventi». Plauso alle norme è arrivato anche dal vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: «Finalmente torniamo a far rispettare le regole». E, rivolto agli italiani, osserva: «avete scelto un Governo che decide che le regole vanno rispettate e armi e droga non ci piacciono».

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