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La strana morte di Jois trovato in mare con un peso ancorato ai piedi

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Si arricchisce di un inquietante mistero il caso di Jois Pedone, il ragazzo di 19 anni trovato morto in mare lo scorso 22 agosto, a Vasto in Abruzzo. Alla caviglia aveva attaccato un peso di 40 chili, ovvero un borsone pieno di sabbia. 

L'autopsia ha stabilito che la causa della morte è stata l'annegamento, ma il quadro di quanto sia accaduto a Jois non è chiaro. E la famiglia respinge con forza l'ipotesi che il ragazzo si sia suicidato.

 

Lo zio, Rino Pedone, ha ripetuto convinto che si «è trattato di un omicidio». L'ipotesi emersa nelle prime ore, quella del gesto volontario, continua a non convincere la famiglia del giovane va stese, che si stava preparando per tornare all'università a Parma e, durante l'estate, ha lavorato come cameriere. 

 

Tra le ipotesi al vaglio sarebbe emersa quella di una sorta di "gioco" diabolico a cui avrebbe partecipato Jois, una sorta di "iniziazione" che gli sarebbe costata la vita. «Secondo me è un miscuglio tra la verosimilità della challenge - ha spiegato lo zio di Jois  - la trappola con la quale lui potrebbe essere stato attirato sul posto per questa sfida, mettiamola così, e il fatto che coloro che abbiano voluto ammazzarlo si siano mascherati dietro a questa possibilità».

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