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Pensioni da fame, a quasi metà degli anziani assegno di meno di mille euro al mese

Camillo Barone
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Il 2021 ha registrato delle vere e proprie pensioni da fame, con tanto di conferma dell'Inps. Secondo l'istituto poco più del 40% dei pensionati italiani ha percepito un assegno pensionistico lordo ben al di sotto dei 12mila euro annui, meno di mille euro al mese. Una platea che però scende al 32% se si considerano gli importi maggiorati dalle integrazioni al minimo associate alle prestazioni, compresa l'indennità di accompagnamento e la quattordicesima mensilità. Al 31 dicembre 2021 i pensionati complessivi sono circa 16 milioni, di cui 7,7 uomini e 8,3 donne. E come se non bastasse, un problema nel problema anche in questo caso è il gender gap. Nonostante le donne rappresentino infatti la quota maggioritaria sul totale dei pensionati, ovvero il 52%, queste ultime percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici, pari a 137 miliardi di euro contro i 175 miliardi degli uomini. Inoltre, è stato calcolato che l'importo medio mensile dei redditi percepiti dagli uomini è superiore a quello delle donne del 37%.

 

 

«Il tema delle pensioni è fondamentale per l'Inps e per il Paese. Un'ulteriore ragione che induce a preoccuparsi del fenomeno della povertà lavorativa di oggi è il fatto che chi è povero lavorativamente oggi, sarà un povero pensionisticamente domani», ha detto il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, lasciando intendere che la situazione è davvero drammatica a causa della denatalità, che anche se dovesse essere contrastata «i benefici dei nuovi contribuenti che entrano nel mercato del lavoro si verificheranno tra 20-25 anni. Occorre intervenire sulle contribuzioni correnti». Il ministro del Lavoro Andrea Orlando intanto ha fatto sapere che sulle pensioni «è partita una fase di confronto con le parti sociali». Opzione donna e Ape sociale vanno verso un rinnovo, mentre potrebbero essere presto superate le misure temporanee di flessibilità in uscita, come quota 100 e quota 102.

 

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