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Spariti gli sms Von der Leyen-Pfizer. La commissione Ue non trova più i messaggi sul vaccino

Dario Martini
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L'acquisto dei vaccini Pfizer per l'Europa sarebbe avvenuta in buona misura tramite lo scambio di messaggi tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il numero uno del colosso farmaceutico Albert Bourla. Lo scambio degli sms c'è stato, come ha svelato il New York Times in uno scoop dell'aprile 2021. Ciò che non è chiaro è cosa si siano detti, quanto abbia influito nella contrattazione del prezzo e se questa corrispondenza abbia avvantaggiato la multinazionale americana rispetto alla concorrenza. Poi un altro giornalista ha fatto richiesta di accesso agli atti, ma non ottenendo risposta si è rivolto al difensore civico dell'Unione europea, Emily O' Reilly, che a sua volta da mesi chiede alla Commissione di divulgare il contenuto di quei messaggi, per verificare la correttezza di condotta della presidente. La Commissione in un primo momento ha fatto resistenza, poi ha promesso che avrebbe fornito spiegazioni. Erano attese entro fine aprile. La risposta è arrivata solo ieri. E ha lasciato di stucco O' Really: «Quei messaggi non si trovano più». Sono spariti. Volatilizzati. Se qualcuno sperava in una maggiore trasparenza dovrà farsene una ragione. La Commissione spiega che «non è stata tenuta alcuna registrazione di tali messaggi».

 

 

Non è chiaro se la presidente li abbia cancellati. Fatto sta che non è più possibile recuperarli. Nel contesto dell'inchiesta del mediatore è emerso che «la Commissione non ritiene che gli sms generalmente rientrino nei suoi criteri interni per la registrazione dei documenti, a causa della natura di breve durata del loro contenuto». Il difensore civico aveva chiesto al gabinetto della presidente di identificare solo i documenti che soddisfano i suoi criteri di registrazione. Motivo per cui l'organismo di supporto alla von der Leyen ha ritenuto che non fosse necessario identificare alcun messaggio di testo e che lo scambio di sms non dovesse essere divulgato. O' Really, però, non ha intenzione di lasciar cadere qui la cosa. Il difensore civico ritiene che ciò costituisca «cattiva amministrazione» e che la risposta fornita «non sia soddisfacente». Così ha raccomandato alla Commissione di chiedere al gabinetto di von der Leyen di cercare nuovamente i messaggi pertinenti, chiarendo che la ricerca non dovrebbe essere limitata ai documenti registrati o ai documenti che soddisfano i suoi criteri di registrazione. La scarsa trasparenza sui rapporti tra von der Leyen e Burla nei mesi scorsi è finita anche all'attenzione dell'Europarlamento dove la Lega ha presentato un'interrogazione.

 

 

Adesso i deputati europei del Carroccio Marco Campomenosi (capo delegazione), Marco Zanni (presidente gruppo Id), Paolo Borchia (componente gruppo di contatto sui vaccini) e Silvia Sardone (coordinatrice Id in commissione sanità pubblica) chiedono che la ricerca della verità non si fermi qui: «Da Bruxelles arriva un insulto alla trasparenza. La Ue afferma di non riuscire a trovare gli sms scambiati tra von der Leyen e l'ad di Pfizer Bourla nel pieno della pandemia e relativi ai contratti sui vaccini, a dispetto di esplicita richiesta da parte del mediatore europeo. Di fronte all'ennesimo schiaffo ai cittadini europei in termini di mancata trasparenza e correttezza siamo indignati, ma purtroppo non sorpresi. La Lega per lungo tempo ha chiesto di fare chiarezza su una vicenda così oscura, presentando interrogazioni alla Commissione e anche portando il caso in discussione al Parlamento europeo con il gruppo Id, ma senza trovare risposte. Quanto avvenuto oggi è sconfortante».

 

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