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Negoziati di pace Russia Ucraina, Lucio Caracciolo svela a Lilli Gruber l'ultimo scenario di fine guerra: le tre condizioni

Giada Oricchio
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Kiev libera, continuità territoriale e porti: ecco le condizioni, secondo Lucio Caracciolo, per una tregua fra Ucraina e Russia. Oggi il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha aperto la porta ai negoziati (“dobbiamo cominciare a chiederci come si costruisce la pace, una pace non imposta, ma credibile e giusta per gli ucraini”). Una novità rispetto alle ultime dichiarazioni pubbliche sull’invasione dell’Ucraina per volere di Vladimir Putin. Il problema è capire qual è il punto di convergenza tra l’Ucraina e la Russia.

Di questo ha parlato Lucio Caracciolo, a "Otto e Mezzo", il programma del preserale di LA7, mercoledì 11 maggio. Il direttore della rivista di geopolitica "Limes" ha abbozzato un possibile scenario: “La pace dovrà essere raggiunta da ucraini e russi. Io ritengo più probabile un cessate il fuoco almeno per il primo periodo. Poi si deve tener presente che questi due popoli saranno sempre vicini, gomito a gomito, fra loro non ci deve essere un muro d’acciaio, ma una qualche forma di convivenza e collaborazione”. Se per mettere nero su bianco serve pazienza, sul campo, invece, siamo prossimi a un assetto che può permettere i negoziati.

Per Caracciolo ci sono tre condizioni di base: “La Russia vuole una continuità territoriale tra la Crimea e il territorio madre della Federazione russa e questo è stato acquisito. Per gli ucraini che il grosso del Paese sia salvo, che Kiev sia libera e poi i porti. L’Ucraina deve necessariamente avere i porti sul mar Nero. Oltre a Odessa, penso anche a Mariupol. Probabilmente la città diventerà russa, ma il porto deve essere a disposizione dell’Ucraina”.  E’ su questa base di “cessate il fuoco” che si può costruire qualcosa di più duraturo. Ma in serata, il presidente ucraina Zelensky ha ribadito che vuole il completo ritiro delle truppe russe da tutte le terre occupate, anche quelle prese prima del 24 febbraio.

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