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A scuola spunta il bagno neutro: al liceo Alfieri di Torino ecco la toilette che non fa distinzioni

Antonio Siberia
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Si potrebbe cominciare dall'inizio, da Adamo ed Eva, un uomo e una donna per nulla neutri e tentati dal desiderio e dall'amore eterosessuale al punto di consumarlo e per questo farsi cacciare dal Paradiso terreste e dalle noie eterne del senza peccato. Si potrebbe, ma i tempi son cambiati ed oggi più che al peccato originale di Adamo ed Eva, siamo agganciati ad un dibattito inimmaginabile nel secolo scorso: dar vita ad un bagno neutro in una scuola italiana dove la parola bagno sta per cesso e la parola scuola sta per scuola, ovvero quel luogo che dovrebbe essere il cuore della pedagogia e della preparazione al mondo degli italiani e delle italiane che verranno. Accade a Torino, terra un tempo sabauda da dove si concretizzò il sogno dell'Unità di Italia e dove oggi, invece, si dibatte sulla questione della neutralità del genere. Al Liceo Alfieri del capoluogo piemontese infatti è sbucata fuori l'idea di una toilette neutra, insomma un bagno gender fluid.

 

 

Gli studenti (o comunque buona parte di loro) non hanno dubbi: sarà un bagno nel quale si potrà andare a prescindere dal genere. Uomini, donne, lgbtq+ e via di seguito. Risultato di tutto ciò: è uscita fuori una decisione degli stessi studenti e della dirigenza dell'Istituto di creare bagni "neutri", per chi non si riconosce nella distinzione di genere tra maschi e femmine, all'interno della scuola. Tra le ragioni adottate per sostenere la scelta vi sarebbe anche il fatto che «risulta necessaria l'istituzione di un bagno neutro per tutelare un uso dei servizi adeguato ad ogni soggettività che non rientri necessariamente nella ripartizione binaria di genere (quindi semplicemente maschile o femminile, ndr)». Ognuno è libero - nella vita di sentirsi ciò che vuole e di scegliere liberamente, ma maschi e femmine quelli non si possono superare ideologicamente in nome di una neutralità di genere dell'umanità e soprattutto farlo in una scuola assume un valore simbolico che ha delle conseguenze che vanno oltre i cessi (nel senso dei bagni). Al punto che un cartello proposto da alcuni studenti di destra e che recitava «Maschi e femmine. Punto!» è stato quasi subito rimosso dagli altri studenti e tra gli argomenti usati nel farlo vi è stato pure questo: «La nostra scuola è e resta antifascista».

 

 

Argomento che ovviamente non c'entra nulla con la neutralità del cesso (sempre nel senso di bagno). Ma nulla proprio. A meno di non credere che i resistenti antifascisti negli anni della guerra civile italiana del 1943-45 fossero tutti per il genere neutro. Anche per questa ragione la vicenda torinese pone una domanda ineludibile: può una scuola italiana nel 2022 sposare scelte ideologiche in tema di genere? Secondo noi, no. Perché la pedagogia non può diventare indottrinamento. Mai. Una domanda che deve porsi anche la politica. Dando una risposta. Magari, almeno per una volta, chiara e non.... neutrale.

 

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