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I no vax ringraziano: le multe non possono partire. Il pasticcio all'italiana dell'obbligo vaccinale

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Già la portata delle sanzioni del vaccino obbligatorio per gli over 50 era sembrata impari (uno col reddito di cittadinanza deve pagare 100 euro una tantum, chi lavora deve rinunciare all'intero stipendio), ma ora emerge anche la beffa. È in vigore dal primo febbraio ma finora non si è vista neanche una multa e la prima sarà inviata, con tutta probabilità, ben oltre la fine dell'obbligo fissata il 15 giugno. 

 

Un controsenso totale dovuto alla farraginosità del meccanismo previsto dalla legge e complicato dal fatto che il Garante della privacy non si è ancora espresso sulla legittimità della condivisione tra enti degli elenchi di non vaccinati per il Covid-19. A dirlo è Repubblica che fa i conti in tasca al governo e alla struttura commissariale retta dal generale Figliuolo: se contiamo 1,4 milioni di italiani ultracinquantenni che risultano ancora scoperti e moltiplichiamo per 100 euro, parliamo di una bella sommetta. Senza contare che "i sanzionabili potrebbero essere di più visto che l'obbligo per gli over 50 scatta anche per la seconda e terza dose che vanno fatte entro i tempi previsti, quelli cioè certificati dalla scadenza del Green Pass".

 

Il cortocircuito burocratico appare però difficile da risolvere. "Dall'Agenzia delle entrate per la riscossione, deputata a far partire le sanzioni, nulla si è mosso. Semplicemente perché nessuno ha comunicato loro chi sono i cittadini da multare". Non si sa neanche se è legittimo comunicarglielo, ma anche se il Garante darà luce verde l'iter è tutt'altro che in discesa: prima scatta un avvertimento, perché il non vaccinato potrebbe essere in possesso di un'esenzione. Valutata la documentazione in un rimpallo di comunicazioni, in caso di obbligo eluso scatterebbe la sanzione. Che ha gli stessi tempi di una contravvenzione stradale, dunque con notifica entro 180 giorni, alla quale si può fare ricorso. Altro che giugno... 

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