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Il Covid sta diventando solo un lontano ricordo e ora scoppia la sindrome da mascherina

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Arnaldo Magro
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«Ce la faremoooo» un uomo sulla cinquantina, si affaccia dal suo balcone e grida. A squarciagola urla al vicinato e forse pure anche a se stesso. Per esorcizzare quel coronavirus, di cui poco ancora si sapeva. Quell'uomo fu addirittura invitato da Barbara D'Urso, per tanto che era diventato virale quel suo video. A due anni di distanza, di quel simpatico uomo non ne parla giustamente più nessuno. «La pandemia sta finendo» così del resto ci ha garantito il Cts. Mai come questa volta vogliamo davvero credergli. Vorremmo tornare alla normalità. Da ieri potete addirittura passeggiare anche senza l'uso di mascherina all'aperto. Eppure a pensarci bene, molte cose ci resteranno dentro. In quel cassetto personale dei ricordi.

 

 

Gli anziani nelle RSA che abbiamo dovuto salutare. Il drone che rincorreva quell'uomo che faceva footing in spiaggia. I banchi a rotelle andati tristemente al macero. L'appuntamento imperdibile con le dirette Facebook di Giuseppe Conte all'ora di cena. Le nostre città deserte. Quei tanti giovani sempre troppo bistrattati, in fila per il vaccino negli hub vaccinali, con tanto di zaino in spalla. E tante, tantissime altre cose ancora. Ora sta finendo, lo ha detto il Cts. A qualcuno in cucina, vicino alla macchina del caffè, sarà probabilmente rimasto anche quel pacco di mascherine FFP2, appena comprato. Quella mascherine che le nostre signore hanno col tempo addirittura imparato ad abbinare a scarpe e vestiti. Sembra assurdo ma qualcuno teme addirittura che la sindrome da «distacco da mascherina» si possa far sentire troppo. Per evitare, in tasca, conviene portarsela dunque. Molte poi, sono diventate anche personalizzate. La mascherina è come il ricordo. Ad ognuno il suo.

 

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