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Come è morto Luc Montagnier, tam tam dell'orrore sui social

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Arnaldo Magro
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Quanto i social, riuscissero a tirar fuori il peggio dalle persone, lo sappiamo tutti quanti. Sono le regole di ingaggio e non ce ne si può certo, meravigliare a posteriori. Ma a tutto dovrebbe esserci un limite. E quando quel limite è la morte, dovrebbe subentrare almeno quella sensibilità d’animo nel tacere.

Nel sotterrare l’ascia di guerra e nel portare rispetto al defunto. Proprio come facevano i latini ad esempio. L’annuncio della morte del professor Luc Montagnier, suscita invece, una sfilza di rabbia acuta e scherno nei twittaroli. “Meglio tardi che mai” oppure “oramai era completamente rimbambito”o ancora”era solo un povero vecchio no vax.” L’ideologia vaccinale c’entra poco, dinnanzi al passaggio ultimo della vita. Che la morte di un povero vecchio, così come è stato sbrigativamente definito, finisca per esporlo al pubblico ludibrio, un po’ colpisce. E forse un po’, anche disgusta.

Siamo il Paese che ha cantato la pietas dell’Enea virgiliano. È pur vero che con la dad in corso, ma chi lo studia più Virgilio? Enea è dunque quel personaggio, animato dai valori tradizionali come patria, famiglia, religione. Quell’eroe che dinnanzi alla volontà suprema del fato, non si oppose. Tacque. Semplicemente.

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