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Clamorosa truffa sul Reddito di cittadinanza, mille stranieri si sono intascati 6 milioni nel loro Paese

Valeria Di Corrado
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Sono oltre mille gli usurpatori del reddito di cittadinanza scoperti in Italia in un giorno solo. La maggior parte di loro è straniera, non risiede nel nostro Paese da almeno 10 anni o addirittura, come nel caso dei 330 romeni scoperti a Torino, abita in un altro Stato. La residenza è uno dei requisiti fondamentali per ottenere questa misura di «contrasto alla povertà», fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e introdotta dal governo Conte con il decreto-legge n.4 del 28 gennaio 2019. Tale norma, come quella che elargisce bonus e superbonus in campo edilizio, sta dimostrando le sue falle e la facilità con cui si può truffare lo Stato.

 

Ieri la polizia municipale di Torino ha scoperto che 960 persone - 330 di nazionalità romena e le restanti 630 di varie nazionalità - hanno indebitamente percepito il reddito di cittadinanza (ora revocato), per un totale di 6 milioni di euro già elargiti. A far scattare le indagini è stato un controllo degli agenti della Polizia municipale a un romeno sorpreso a prelevare in uno sportello bancomat da diverse carte Postepay rilasciate per ritirare il sussidio e intestate ad altre persone. Una condotta vietata dalla norma, che vieta la cedibilità a terzi della card. L’autorità giudiziaria ha subito sequestrato le carte e, all’analisi dei dati forniti dall’Inps, è emerso che tutti gli intestatari avevano dichiarato, con un’autocertificazione, un Isee pari a zero e la residenza in via della Casa Comunale 3, a Torino.

Si tratta di un indirizzo virtuale creato dall’amministrazione per dare una residenza agli stranieri con permesso di soggiorno per richiedenti asilo; requisito che non può appartenere a un cittadino comunitario, come appunto un romeno. Proprio questo particolare ha fatto sorgere il sospetto che le dichiarazioni fossero mendaci. A confermarne i dubbi è stato un accertamento al terminale dell’Anagrafe: i soggetti sono risultati tutti «inesistenti», non solo a quell’indirizzo, ma su tutto il territorio di Torino. Paradossalmente, se i «furbetti» avessero indicato come residenza il civico 1 di via della Casa Comunale - destinato alle «persone senza dimora genericamente intese» - forse la truffa non sarebbe venuta alla luce.

 

Gli agenti hanno scoperto che ben 330 romeni hanno dichiarato di essere residenti a quell’indirizzo: la gran parte appartiene allo stesso gruppo familiare. Pertanto lo Stato ha pagato milioni di euro a cittadini a residenti in Romania, che probabilmente non si trovano nemmeno fisicamente in Italia. I vigili torinesi hanno individuato poi altri 630 nominativi di varie nazionalità che hanno dichiarato dati falsi e residenze inesistenti per ottenere il sussidio economico. Anche per loro, così come per le 330 carte di pagamento elettronico intestate ai romeni, la Procura di Torino ha disposto l’interruzione dell’erogazione del reddito di cittadinanza.

Dall’analisi dei dati sui movimenti bancari delle tessere incriminate fornite da Poste Italiane è emerso che, oltre al prelievo agli sportelli, anche la quota di reddito destinata all’acquisto di generi di prima necessità veniva in realtà ritirata sotto forma di denaro contante presso esercizi commerciali consenzienti che, a fronte di un pagamento con card di 500 euro per una spesa fittizia, restituivano una cifra inferiore in contanti. 

Sempre ieri sono stati denunciati alla Procura di Frosinone 10 cittadini extracomunitari (originari di diversi paesi dell’Africa subsahariana), ospitati in una nota cooperativa sociale del cassinate, perché da gennaio 2021 a gennaio 2022 avrebbero indebitamente percepito il reddito di cittadinanza, pari a quasi 60 mila euro, sebbene risultassero privi del requisito della residenza decennale nel territorio italiano. Contemporaneamente i carabinieri di Pescasseroli (L’Aquila) hanno segnalato altri 5 extracomunitari, di età compresa tra i 25 e 37 anni, ospitati in struttura d’accoglienza del posto, perché, pur risiedendo in Italia da pochissimo tempo, hanno dichiarato il falso per percepire il reddito di cittadinanza: 3 di loro, dalla primavera del 2021, per un importo complessivo di circa 8 mila euro; gli altri 2 non lo avevano ancora incassato. Infine, sempre ieri, i carabinieri del comando provinciale di Massa Carrara hanno scoperto 27 persone (di cui 11 stranieri che non risiedevano in Italia da almeno 10 anni) hanno percepito il reddito, pur non avendone diritto, per un totale di quasi 120 mila euro.

«Il numero dei furbetti sta crescendo in modo esponenziale. Serve quindi un severo tagliando sull’efficacia dei controlli sulle auto dichiarazioni - commenta il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini - Che il sussidio sia arrivato a immigrati di varie nazionalità che hanno dichiarato dati falsi e residenze inesistenti è uno schiaffo allo Stato e ai tanti italiani in difficoltà». «I miliardi di euro sprecati in questi anni potevano essere usati per sostenere imprese e famiglie e creare nuovi posti di lavoro», conclude il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida.

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