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Mascherine ffp2 strette e inadeguate: il flop del piano Figliuolo per la scuola

Valentina Conti
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«Da noi ne sono arrivate la scorsa settimana un centinaio, poi ne hanno consegnate altre 1.600 circa, del tutto inservibili. Sono decisamente non indossabili perché piccole, con elastici strettissimi, col ferretto esterno. Di fatto, non le stiamo utilizzando. Soldi buttati». A denunciare a Il Tempo i problemi delle mascherine Ffp2 arrivate nell'istituto che dirige, l'Isiss Magarotto di Roma, l'Istituto Statale di Istruzione Specializzata per ragazzi sordi, è la preside Isabella Pinto. «Gli elastici sono striminziti. È un vero scandalo», tuona la dirigente scolastica. Un incubo nelle scuole le forniture di dispositivi di protezione individuale rafforzata da usare nelle circostanze indicate. Il leitmotiv è da «bollino rosso» nella maggior parte degli istituti. In alcune scuole devono ancora materializzarsi, in altre quelle arrivate presentano non poche anomalie, dove si può si ricorre a risorse interne per l'acquisto. I presidi di Roma e Lazio (che le avevano chieste per tutti) avevano lanciato l'allarme, raccolto dal nostro giornale, già nei giorni scorsi, con di mezzo altresì il rebus della modulistica a cui ottemperare per gli istituti per rispondere al monitoraggio sui quantitativi necessari. Con le nuove disposizioni entrate in vigore ieri, però - con sempre più grattacapi e la prevista introduzione delle Ffp2 anche in altri casi rispetto a prima, nonostante l'invocata semplificazione - davanti alle forniture di mascherine difettose, la situazione è degenerata.

 

 

«Piccole, difettose ed in numero insufficiente a coprire il fabbisogno», riferisce Annalisa Laudando, dirigente dell'Istituto comprensivo Via Poseidone. Si appella al commissario straordinario Figliuolo, la preside. «Ne hanno inviate circa 800 - racconta - ma a noi ne occorrono in media circa 400 al giorno». «Quelle che le scuole dovrebbero comprare da farmacie convenzionate per gli studenti in auto -sorveglianza non si trovano. Per la primaria serve la tipologia pediatrica, mi auguro che le farmacie ne siano fornite», fa notare la presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio e dirigente del liceo Newton, Cristina Costarelli. Ieri ritorno a scuola con il nuovo protocollo tra confusione e disorientamento. Mensa sospesa per quattro classi elementari all'IC Nettuno 2 e altri disagi. «Le scuole hanno comunque svolto al meglio il proprio ruolo di servizio non solo formativo, ma pure di front desk rispetto all'emergenza», fa il bilancio Costarelli.

 

 

Giovedì pomeriggio l'ANP Lazio in contrerà l'assessore regionale alla Sanità D'Amato per fare il punto su contagi e altri nodi irrisolti. Ieri mattina il leader dei presidi capitolini, Mario Rusconi, aprendo all'istituto lasalliano Pio IX Aventino di Roma, l'incontro degli studenti del liceo scientifico a curvatura biomedica e dell'ultimo anno della scuola secondaria di primo grado con la nota scrittrice Dacia Maraini, ha sbottato: «L'acronimo ds vuol dire dirigente scolastico, noi presidi con la pandemia siamo diventati dirigenti sanitari. La scuola si è trasformata in una specie di dependance delle Asl». «Si sta perdendo di vista l'obiettivo - ha proseguito Rusconi - da più di due anni e mezzo la scuola fa poca formazione, perché con la pandemia è tutto difficile. Per un ragazzo stare in classe a singhiozzo non è fare scuola».

 

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