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Altre accuse per il ginecologo incastrato da Le Iene: salgono a 16 le donne che hanno denunciato

Elena Ricci
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Avrebbe garantito l'immunità dal papillomavirus e un incremento della fertilità, a patto che le sue pazienti avessero avuto con lui rapporti sessuali completi. Sale così a 16 il numero di presunte vittime del ginecologo barese Giovanni Miniello, 68 anni, agli arresti domiciliari dal 30 novembre scorso, a seguito di una inchiesta coordinata dalla Procura di Bari e avviata a seguito di un servizio de «Le Iene» che ha smascherato il medico e le sue «bizzarre» terapie. Una storia che sarebbe iniziata nel 2010 e continuata fino al giugno 2021. Inizialmente le donne che hanno denunciato abusi erano 4. Un numero cresciuto negli ultimi mesi e che ha fatto emergere particolari ancora più inquietanti. Al medico vengono contestate lesioni aggravate e ben 29 episodi di violenza sessuale ai danni di 16 pazienti. Alcune di queste erano specializzande in ginecologia presso il Policlinico di Bari, dove Miniello insegnava. La Procura di Bari ha chiesto un incidente probatorio per cristallizzare le testimonianze delle vittime, molte delle quali avrebbero subito dei danni psichici insanabili e stress post traumatico. L'istanza sarà presentata oggi al Gip e gli esiti potrebbero incidere sulla decisione del tribunale, in merito all'istanza della Procura della Repubblica che ha chiesto per il medico la custodia cautelare in carcere.

 

 

Il medico, durante le sue sedute, avrebbe raccontato alle vittime di essere vaccinato contro il papillomavirus e di essere uno dei pochi a detenere anticorpi da poter trasmettere tramite rapporto sessuale, per prevenire o curare così il tumore al collo dell'utero e non compromettere la fertilità. In merito a quest' ultima, il medico avrebbe raccontato alle vittime che avere rapporti sessuali con lui, avrebbe addirittura combattuto l'infertilità. Condizioni prospettate dal professionista che hanno così convinto le vittime, cadute poi nell'abuso, anche perché, come emerso dalle indagini e dalle testimonianze delle donne, se una di loro si fosse rifiutata, partivano da parte del medico minacce psicologiche con le quali si prospettavano gravi danni per la salute. In tutto questo il medico avrebbe palpato più volte le vittime nelle parti intime, giustificando il gesto con l'esame diagnostico.

 

 

Azioni che, secondo gli accertamenti da parte degli inquirenti, non avrebbero nulla a che fare con la professione del ginecologo e con gli esami strumentali. Perla Procura, il medico avrebbe quindi abusato delle pazienti, approfittando della loro delicata situazione psichica, ricorrendo anche a minacce. Insomma, se le pazienti non avessero seguito la terapia a base di rapporti sessuali, avrebbero contratto il tumore al collo dell'utero e per loro sarebbe stata «la fine».

 

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