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Variante Omicron e vaccino, ecco chi è senza difese se non fa la terza dose. Lo studio inglese

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I vaccini anti-Covid ancora non aggiornati alla variante Omicron rappresentano una difesa efficace contro il rischio di finire in terapia intensiva o ricoverati in ospedale anche con la mutazione nata in Sudafrica ed esplosa nelle ultime settimane, questo ormai sembra assodato. Ma ci sono categorie di vaccinati che rispondono in modo diverso, come si apprende dall'ultimo aggiornamento delle autorità sanitarie britanniche sulle statistiche relative alla pandemia. 

 

In un report pubblicato il 31 dicembre l'UK Health Security Agency. ha reso noti gli ultimi dati sull'ospedalizzazione dei pazienti Covid e sull'efficacia del vaccino contro la malattia sintomatica e il ricovero. "Una dose di un qualsiasi vaccino è stata associata a una riduzione del rischio di ospedalizzazione del 35% tra i casi sintomatici con la variante di Omicron, 2 dosi con una riduzione del 67% fino a 24 settimane dopo la seconda dose e una riduzione del rischio del 51% a 25 settimane o più dopo la seconda dose", si legge nel report aggiornato.

 

E il booster? Una terza dose è stata associata a una riduzione del rischio di ospedalizzazione del 68% rispetto a individui non vaccinati. Combinando i vari parametri, "l'efficacia del vaccino contro il ricovero è stata stimata come 52% dopo una dose, 72% da 2 a 24 settimane dopo la dose 2, 52%" a più di 25 settimane dopo la seconda dose e "88% 2 settimane dopo una dose di richiamo".

Insomma, il contagio continuerà a correre ma si spera che i sistemi sanitari dei Paesi dove la variante Omicron si sta affermando più velocemente possano tenere botta. 

I dati dell'UKHSA  tuttavia confermano che l'efficacia dei vaccini contro l'infezione sintomatica continua ad essere inferiore contro Omicron rispetto a Delta. Ma il dato cambia da vaccino a vaccino. Basti pensare a coloro che hanno fatto un ciclo completo con AstraZeneca neon hanno ancora ricevuto il richiamo con vaccino mRna. 

 

"Gli ultimi dati hanno confermato che tra coloro che avevano ricevuto 2 dosi di AstraZeneca, non vi era alcun effetto contro Omicron da 20 settimane dopo la seconda dose. Tra coloro che avevano ricevuto 2 dosi di Pfizer o Moderna, l'efficacia è scesa da circa il 65 al 70% fino a circa il 10% entro 20 settimane dalla seconda dose. Da due a 4 settimane dopo una dose di richiamo, l'efficacia del vaccino variava da circa il 65 al 75%, scendendo dal 55 al 70% da 5 a 9 settimane e dal 40 al 50% da oltre 10 settimane dopo il richiamo", si legge nel report pubblicato sul sito del governo britannico.

In sintesi, "il rischio di ospedalizzazione è inferiore per i casi Omicron con infezione sintomatica o asintomatica dopo 2 e 3 dosi di vaccino, con una riduzione dell'81% (intervallo di confidenza 95% 77-85%) del rischio di ospedalizzazione dopo 3 dosi rispetto a casi di Omicron non vaccinati" si legge nel documento in cui il segretario alla sanità e all'assistenza sociale Sajid Javid commenta: "Questi dati rafforzano l'importanza dei vaccini. Salvano vite e prevengono malattie gravi. Questa analisi mostra che hai fino a 8 volte più probabilità di finire in ospedale a causa del COVID-19 se non sei vaccinato". Ma Susan Hopkins, Chief Medical Adviser dell'UKHSA, fa nuotare che la "maggiore trasmissibilità di Omicron e l'aumento dei casi nella popolazione over 60 in Inghilterra" potrebbero far crescere in maniera significativa la  pressione sul sistema sanitario nazionale. 

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