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La vendetta del long Covid, cosa resterà del coronavirus

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Arnaldo Magro
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Un famoso motivetto musicale di qualche decennio fa si interrogava nostalgicamente: «Cosa resterà di questi anni Ottanta». E di questo virus, di certo senza nostalgia alcuna, cosa ci resterà? Proviamo ad ipotizzare come lascito che il «long Covid» (chiamarli effetti collaterali sembrava comprensibile a tutti, si è optato dunque per l’inglese) ci regalerà qualche virologo televisivo da destinare nell’anticamera del dimenticatoio e un Paese nei fatti impoverito.

 

 

 

 

 

Con i soliti atavici problemi ma ingigantiti da una pandemia che ha piagato in molti. Il tema delle case occupate ad esempio, viene riproposto con dovizia dal solo Mario Giordano.(Quello considerato «così così» da Lilli Gruber). Eppure il fenomeno, dati alla mano, risulta in crescita. L’anziano di Roma, poi riappropriatosi di casa e aiutato da molti partiti politici, è solo uno degli ultimi casi denunciati. Ma nessuno sembra curarsi della questione. 
 

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