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Terza dose per tutti. Il Cts avvisa: anticorpi bassi dopo sei mesi, serve un altro richiamo

Alberto Di Majo
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La terza dose di vaccino per tutti «è uno scenario verosimile» ha detto ieri il portavoce del Cts, Silvio Brusaferro. Non solo, dunque, per anziani o pazienti fragili. «È comunque sempre importante - ha aggiunto Brusaferro - acquisire dati, monitorare, valutare la persistenza della risposta immunitaria in tutta la popolazione. Quando avremo evidenze scientifiche queste verranno declinate in chiave operativa».

 

E se sul terreno «politico» si apre il problema della durata del green pass (continuerà a valere un anno?), gli scienziati sono concordi sulla necessità di rinforzare la protezione antiCovid soprattutto di fronte all’aumento dei contagi in Italia e nel resto del mondo. «Se non vogliamo che accada quello che stiamo vedendo in Gran Bretagna la terza dose dovrebbero farla tutti» ha spiegato Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, intervistato da Cusano Italia Tv. «C’è un’indicazione di opportunità e un’indicazione generale di sanità pubblica - ha aggiunto Crisanti - L’indicazione di opportunità è che sappiamo che la protezione dopo 6 mesi scende in modo significativo, quindi tutte le persone vulnerabili e il personale sanitario dovrebbero farla il prima possibile. Poi c’è un’esigenza di sanità pubblica perché la maggior parte delle persone dopo 6 mesi dalla seconda dose diventa molto più suscettibile a trasmettere la malattia e in alcuni casi anche ad ammalarsi, quindi la terza dose deve essere contemplata come un vero e proprio programma di sanità pubblica a lungo termine».

 

Va sulla stessa linea il virologo Fabrizio Pregliasco, docente alla Statale di Milano:  «Un’estensione della terza dose» di vaccini antiCovid «a tutti è plausibile, ma aspettiamo ulteriori approfondimenti» sulla durata della protezione immunitaria spiega all’Adnkronos Salute, convenendo sulle dichiarazioni del ministro della Salute Roberto Speranza al question time («Valuteremo estensione terza dose in base a evidenze»), e del sottosegretario alla Saute Andrea Costa, che ha stimato un possibile allargamento della platea tra fine 2021 e inizio 2022.

Intanto l’Agenzia europea per i farmaci (Ema) ha dato il via libera alla terza dose Spikevax (Moderna) «per le persone di età pari o superiore a 18 anni». Per l’Ema «ciò segue i dati che mostrano che una terza dose di Spikevax somministrata da 6 a 8 mesi dopo la seconda dose ha portato a un aumento dei livelli di anticorpi negli adulti i cui livelli di anticorpi stavano diminuendo. La dose di richiamo consiste nella metà della dose utilizzata per la vaccinazione primaria».

 

Secondo i dati attuali «l’andamento degli effetti collaterali dopo il richiamo è simile a quello che si verifica dopo la seconda dose». Infine, Johnson & Johnson: il richiamo dovrebbe essere con Pfizer o Moderna, ha anticipato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico.

Si confrontano anche i politici. Il M5S si rimette al parere degli esperti: «Sulla terza dose bisogna seguire quello che afferma la comunità scientifica: bene ha fatto il ministero della Salute, in accordo con quanto stabilito dall’Ema, a estendere il richiamo vaccinale a immunodepressi, over 60 e soggetti fragili» scrivono i parlamentari pentastellati in commissione Affari sociali. «Per quanto riguarda l’estensione della terza dose di vaccino al resto della popolazione sana - continua la nota - è essenziale aspettare che arrivino nuovi dati di supporto». Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, non ha dubbi: «Bene il green pass, ma bisogna correre sulle terze dosi. Niente giri di parole, amici: se vogliamo uscirne, il vaccino è il nostro alleato più prezioso. E, come accaduto in Israele, diciamo la verità: la terza dose va fatta a tutti! Vedrete che presto questa previsione diventerà realtà. Non perdiamo nemmeno un minuto».

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