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Guai per gli Usa sull'origine del Covid. Il libro denuncia: finanziamenti a Wuhan per manipolare il virus

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Bomba sugli Stati Uniti sull’origine del Coronavirus, una piaga che sta mettendo in ginocchio l’intero pianeta dall’inizio del 2020. “Per ben sei anni, e persino dopo lo scoppio della peggior pandemia da un secolo, le massime agenzie sanitarie degli Stati Uniti, gli Nih (National Institutes of Health) di Francis Collins e il Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) di Anthony Fauci, hanno di certo finanziato la Gain of Function, la manipolazione genetica dei virus, proprio al Wuhan Institute of Virology di Zheng-Li Shi, in reiterata violazione dei tentativi di due presidenti Usa di bloccare tali sovvenzioni”. Lo scrive il giornalista Paolo Barnard, autore del libro-inchiesta ’L’origine del virus’, in collaborazione con gli scienziati Steven Quay (Usa, Stanford University e Harvard Massachusetts General Hospital) e Angus Dalgleish (Uk, St Georgès University of London). Un’opera che sostiene la tesi dell’origine non naturale di Sars-CoV-2. 

 

 

Barnard chiama in causa anche la Difesa Usa che attraverso il Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), il laboratorio di ricerca militare più avanzato degli Stati Uniti, avrebbe finanziato una Ong, la EcoHealth Alliance di New York, “il cui patron - si legge - è Peter Daszak, influentissimo ecologo e zoologo che fu membro di rilievo del team dell’Oms incaricato d’indagare in Cina sulle origini del Sars-CoV-2 a inizio del 2021”. Secondo quanto rivelato a Barnard da Richard Ebright, biologo molecolare ed esperto di biosicurezza della Rutgers University, “EcoHealth Alliance prese soldi anche dal Dipartimento della Difesa, attraverso il Darpa, e da altre agenzie governative, per un totale di 70 milioni di dollari in dieci anni per essere precisi, in quello che - afferma Ebright - appare ormai come un tentativo dei Servizi americani di usare Daszak per infiltrare i laboratori cinesi di virologia con la scusa della cooperazione scientifica civile. S’illusero in quel modo - sostiene il biologo molecolare nella sua testimonianza - di carpire le mosse degli scienziati militari di Pechino nella ricerca su armi biologiche”. “Richard Ebright - chiosa Barnard - si ferma a un millimetro dal menzionare di nuovo il nome di Fauci, ma, dato che lo scienziato pubblico più famoso d’America di fatto era colui che dava il semaforo verde a Daszak, l’allusione è chiara”.

 

 

Secondo la tesi cuore del libro, centrale nel finanziamento del laboratorio cinese fu il ruolo del patron della Ong “che personalmente lottò - si legge - per ottenere dal governo degli Stati Uniti, e per ben due volte, finanziamenti milionari per la famosa dottoressa Zheng-Li Shi, la superspecialista dei coronavirus dei pipistrelli presso il laboratorio Biosafety Level 4 di Wuhan”, accusata di aver fatto sparire centinaia di documenti all’interno del laboratorio. “A rendere la dottoressa Zheng-Li Shi e il suo Wuhan Institute of Virology i principali sospettati di silenzi e insabbiamenti - proseguono gli autori - c’è l’intensa attività di Gain of Function sui coronavirus che veniva praticata in quell’istituto”. Ma “Daszak e la sua Ong riuscirono comunque a finanziare” il suo “opaco lavoro per un totale di 7,4 milioni di dollari ottenuti dai National Institutes of Health americani, a cui si sommarono altri fondi provenienti da un budget di 200 milioni del Dipartimento di Stato a Washington, circumnavigando con perizia la moratoria sul finanziamento statunitense di queste ricerche ‘critiche’ sancita dal presidente Obama nel 2014, e solo parzialmente revocata da Trump dal 2017 in poi”. Infatti “allo scoppio della pandemia - ricorda Barnard - l’amministrazione Trump si era resa conto dell’imbarazzante commistione fra denari pubblici americani e Gain of Function in Cina e aveva bloccato la seconda tranche che Daszak stava consegnando a Zheng-Li Shi. Ma nel clima di esasperata avversione a Trump da parte di una larga fetta dei media statunitensi, la mossa dell’amministrazione fu denunciata come un attacco alla volenterosa collaborazione fra una Ong, la EcoHealth Alliance appunto, e i cinesi per combattere il nuovo male. Di conseguenza le somme furono poi sbloccate dagli Nih nell’agosto del 2020”.

 

 

Il ‘piazzista’ che materialmente portò i denari a Wuhan - sostiene il giornalista - è Peter Daszak, presidente della Ong EcoHealth Alliance di New York e figura centrale nella narrazione comune che insistette a dar per certa l’origine naturale del Sars-CoV-2 in assenza di qualsivoglia prova; Daszak favoriva esborsi in dollari americani mirati proprio alla Gain of Function condotta presso il Wiv. Daszak viene appunto descritto nel libro come “influentissimo ecologo e zoologo che fu membro di rilievo del team dell’Oms incaricato d’indagare in Cina sulle origini del Sars-CoV-2 a inizio del 2021. Fu lui che personalmente lottò per ottenere dal governo degli Stati Uniti, e per ben due volte, finanziamenti milionari per la famosa dottoressa Zheng-Li Shi, la superspecialista dei coronavirus dei pipistrelli presso il laboratorio Biosafety Level 4 di Wuhan”. La scienziata che, si legge ne ’L’origine del virus’, “pubblicò un notissimo studio internazionale proprio sulla creazione in laboratorio dei cosiddetti virus ‘chimerici’ partendo dai coronavirus, in cui a tecnica usata per manipolare i genomi virali era fra quelle che non lasciano alcuna traccia della mano umana”. Un libro che farà discutere.

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