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Covid, la variante Delta è una bomba virale: carica 1260 volte più alta e contagi più rapidi

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Il virus emerso in Cina tra gli ultimi mesi del 2019 e i primi del 2020 e poi diffusosi in tutto il mondo è ormai un lontano ricordo. A farla da padrone a metà 2021 è la variante Delta del Coronavirus, una mutazione che è diventata rapidamente dominante in tutto il mondo. Repubblica riferisce di uno studio del Centro provinciale di Guangdong (Cina) per il controllo e la prevenzione delle malattie che evidenzia che rispetto al virus originale è molto più trasmissibile: siamo intorno a una maggiorazione 40-60% rispetto alla variante Alfa, a sua volta il 50% più contagiosa rispetto al ceppo originario del Covid.

 

 

La ricerca, pubblicata su Virological, riporta  che gli scienziati hanno determinato l'intervallo di tempo tra l'esposizione al virus e il raggiungimento della carica virale rilevabile mediante tampone molecolare. La positività si mostrava in media dopo quattro giorni dall'esposizione alla Delta rispetto ai sei del ceppo 2020. Il risultato è quindi un periodo di incubazione all’interno del corpo minore. Ma soprattutto, rispetto ai primi ceppi, le cariche virali relative alle infezioni Delta sono risultate in media 1.260 volte superiori già il primo giorno in cui viene effettuato il test. La variante Delta - sottolinea sempre Repubblica - sarebbe più contagiosa durante la fase iniziale dell’infezione e inoltre spargendo più virus è molto più elevata la possibilità che un contatto stretto sia esposto a una dose infettiva. Sul tema vaccino, bucato dalla variante, si segnala che una dose così alta di virus può superare le difese indotte dal prodotto contro il Covid in maniera sufficiente a causare il contagio. 

 

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