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L'India chiude tutti i procedimenti contro i marò. La moglie di Latorre: costretti al silenzio da nove anni

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Sui marò, vicenda chiusa. Con il risalcimento delle famiglie dei pescatori uccisi nel 2012 in India. Ma la moglie di Latorre non ci sta e vorrebbe poter parlare.

La Corte suprema indiana ha chiuso tutti i procedimenti contro Salvatore Latorre e Massimiliano Girone, i due marò accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala a febbraio del 2012. Lo riferiscono i media di Nuova Delhi, secondo cui già la settimana scorsa la Corte suprema aveva accettato di chiudere tutti i procedimenti dopo il deposito del risarcimento di 100 milioni di rupie, circa 1,1 milioni di euro, destinato ai parenti delle vittime. Secondo i media di Nuova Delhi, la Corte Suprema considera «ragionevole e adeguato» il risarcimento, 80 milioni dei quali dovranno essere depositati a favore degli eredi dei due pescatori (40 per ogni famiglia) e 20 milioni al proprietario dell’imbarcazione. 

 

Ma per i familiari dei due marò le ferite rimangono aperte. "Da nove anni sono costretta a parlare a nome di mio marito. A lui è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto. È ora di chiedersi perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuole dire. Quello che so è che per la politica italiana siamo stati carne da macello. Presto Massimiliano si presenterà alla procura di Roma", dice all’Adnkronos Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre, 

 

 

I due marò italiani saranno comunque ascoltati dai pm di Roma nelle prossime settimane a piazzale Clodio. Per questa vicenda i pm avevano aperto un procedimento dal 2012. Il procedimento è affidato al sostituto procuratore Erminio Amelio, che in questi mesi ha analizzato gli atti inviati dal Tribunale internazionale dell’Aja - che nel luglio del 2020 ha deciso in favore dell’Italia la competenza giurisdizionale - per poi procedere alla conclusione delle indagini che potrebbe arrivare in estate. I due fucilieri della Marina furono ascoltati dai pm capitolini una prima volta 3 gennaio del 2013 quando fecero ritorno in Italia per alcuni giorni. Sempre nel 2013 su incarico della procura fu effettuata anche una perizia sul computer e su una macchina fotografica che si trovavano a bordo della Enrica Lexie, la nave dove erano in servizio i due militari.

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